Leonida Repaci: differenze tra le versioni
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Ha un'infanzia difficile: sua madre rimane vedova con dieci figli e con pochi soldi.
Dopo il terremoto del 1908, il fratello avvocato lo porta a [[Torino]] dove completa gli studi superiori, si iscrive all'Università, alla facoltà di [[Giurisprudenza]] ma, a causa dello scoppio della [[Prima guerra mondiale]], è costretto suo malgrado ad interrompere gli studi, viene arruolato e va al fronte dove ottiene
Tornato a Palmi scrive il poemetto ''La Raffica'' ispirato alla morte di Anita, Nèoro e Mariano tre dei suoi nove fratelli, morti a causa dell'epidemia di ''spagnola''. Nel [[1919]] ritorna a Torino e consegue la laurea, l'anno seguente prende l'abilitazione all'avvocatura e incomincia a frequentare ambienti e personaggi politici di sinistra.
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La sua intransigenza ideologica supportata da un carattere ribelle e bellicoso lo porterà ad assumere la difesa degli imputati dell'attentato al teatro Diana, ponendosi in modo esplicito contro il regime e, tra il '22 e il '24 a misurarsi in duello addirittura contro [[Galeazzo Ciano]] e padrino nei duelli contro [[Roberto Farinacci|Farinacci]] e tra [[Curzio Malaparte]] e Pastore.
Nell'agosto del '25 Rèpaci viene arrestato a Palmi, insieme ad un gruppo di [[socialismo|socialisti]], come presunto assassino di un personaggio fascista del luogo durante una festa religiosa; il processo serviva al regime per scardinare la roccaforte rossa e abbattere uno degli scogli socialisti più forti in [[Calabria]]:
Nel [[1925]] dopo aver portato in teatro il racconto ''La madre incatenata'', inizia ''La storia dei Rupe'', che nel 1933 gli farà vincere il [[Premio Bagutta]] e, tra varie versioni, lo accompagnerà fino agli [[anni 1970|anni settanta]], dopo aver lavorato alla redazione de [[L'Unità (quotidiano)|L'Unità]] sin dal primo numero, collabora sia alla ''[[Gazzetta del Popolo]]'' sia a ''[[La Stampa]]''.
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Finita la [[Seconda guerra mondiale]] dopo una breve e intenza vita partigiana, dal suo quasi esasperato senso organizzativo fonda con [[Renato Angiolillo]] ''[[il Tempo]]'' rimanendone nove mesi condirettore prima di passare alla direzione di ''[[Epoca (rivista)|Epoca]]'' e poi alla direzione dell'''[[Umanità (rivista)|Umanità]]''; organizza infine con [[Mario Socrate]] e [[Franco Antonicelli]] il memorabile convegno ''Cultura e Resistenza'', a [[Venezia]].
Il dopoguerra dopo il ripristino del Premio Viareggio per
Nel 1948 dietro insistenza di alcuni amici decide di candidarsi, senza poi venire eletto, al collegio senatoriale di Palmi nella lista del [[Fronte Democratico Popolare]]. Nel [[1950]] è
Nel [[1956]] vince il [[Premio Crotone]] con ''Un riccone torna alla terra'' e due anni dopo il [[Premio Villa San Giovanni]] con la ''Storia dei fratelli Rupe''. A poco a poco si allontana dall'attività giornalistica per dedicarsi alla stesura definitiva della trilogia ''Storia dei Rupe'', e il secondo volume, ''Tra guerra e rivoluzione'', vince nel [[1970]] il Premio Sila. In quel periodo la sua naturale irrequietezza lo porta a darsi alla [[pittura]], con discreto successo sia di critica sia di pubblico, allestendo personali a Milano e a Roma. La morte coglie
== La tematica ==
L'opera
Nel [[1959]] [[Federico Fellini]] lo fa partecipare, nella parte di se stesso, nel film [[La dolce vita]], insieme alla pittrice [[Anna Salvatore]] e all'attrice [[Laura Betti]].
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=== Poesie ===
*''Poemi
*''La Pietrosa racconta'', ([[1984]]);
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*''Passione dei fratelli Rupe'', ([[1937]]);
*''Un riccone torna alla terra'',([[1956]]);
*''Storia dei fratelli Rupe'',( [[1957]]);
*''II caso Amari'', ([[1966]]);
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==Collegamenti esterni==
* [http://www.brutium.info/storia/storia14.htm Leonida
*[http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it Premio Letterario Viareggio Rèpaci]
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