Arte povera: differenze tra le versioni
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{{Artestoria contemporanea}}
L''''arte povera''' è un movimento artistico sorto in [[Italia]] intorno alla metà degli [[anni 1960|anni '60]] tra [[Roma]] e [[Torino]].
== Storia ==
Il movimento nasce nell'ambito della cosiddetta [[arte concettuale]] in aperta polemica con l'[[arte]] tradizionale, della quale rifiuta tecniche e supporti per fare ricorso, appunto, a materiali "poveri" come [[terra]], [[legno]], [[ferro]], stracci, [[plastica]], scarti industriali, con l'intento di evocare le strutture originarie del [[linguaggio]] della [[società]] contemporanea dopo averne corroso abitudini e conformismi semantici. Un'altra caratteristica del lavoro degli artisti del movimento è il ricorso alla forma dell'[[installazione (arte)|installazione]], come luogo della relazione tra opera e ambiente, e a quella dell'"azione" performativa.
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L'arte povera si inserisce nel panorama della ricerca artistica dell'epoca<ref name="www.electaweb.it">{{Cita web | titolo=www.electaweb.it | opera= arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008 |url=http://www.electaweb.com/mostre/scheda/italics-venezia-palazzo-grassi/it/}}
</ref> per le significative consonanze che mostra non soltanto rispetto all'arte concettuale propriamente detta, che in quegli anni vedeva sorgere l'astro di [[Joseph Beuys]], ma anche rispetto a esperienze come [[pop art|pop]], [[minimalismo|minimal]] e [[Land Art]] ([[Richard Long]]).
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== Il movimento artistico==
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Percezione che è resa incerta nei quadri specchianti di Pistoletto, che si aprono letteralmente al mondo assorbendo tutto ciò che vi si trova di fronte e cambiando al variare dell'ambiente che li contiene.
Al contrario di questi, gli "schermi" privi di immagine con i quali Mauri riproduce il telone [[cinema|cinematografico]]
Tuttavia le sue creazioni si aprono, talvolta, sulla realtà quotidiana più popolare (''Casetta Objects Achetés'', [[1960]]), o sugli avvenimenti di cronaca più impressionanti (''La luna'', 1968), che lo porteranno a sviluppare una profonda riflessione su [[arte]] e [[storia]].
Molti artisti lavorano sull'idea di un'immagine stereotipata, come Ceroli (''Si/No'', [[1963]]), che tratta in modo seriale silhoutte prese dalla [[storia dell'arte]], o insiemi di figure umane moltiplicate o serializzate con una tecnica che ricorda il [[bricolage]].
Sono considerati stereotipi anche i "gesti tipici" di Lombardo (''Gesti tipici-Kennedy e Fanfani'', 1963), i ricalchi di immagini di Mambor o le scene da rotocalco o di quadri famosi rivisitate in stoffa variopinta da Tacchi (''Quadro per un mito'', [[1965]]).
== Esponenti di spicco ==▼
==Note==
==Bibliografia==▼
*Giovanni Lista, ''Arte povera'', 5 Continents Editions 2006▼
*Francesco Poli, ''Minimalismo, Arte Povera, Arte Concettuale'', Laterza 2002▼
*Mirella Bandini, ''1972 arte povera a Torino'', Allemandi 2002▼
*Germano Celant, ''Arte dall'italia'', Feltrinelli 1988▼
*Adachiara Zevi, ''Peripezie del dopoguerra nell'arte italiana'', Einaudi 2005▼
==Voci correlate==
*[[Giovanni Anselmo]]
*[[Alighiero Boetti]]
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*[[Cesare Tacchi]]
*[[Gilberto Zorio]]
▲==Bibliografia==
▲*Giovanni Lista, ''Arte povera'', 5 Continents Editions 2006
▲*Francesco Poli, ''Minimalismo, Arte Povera, Arte Concettuale'', Laterza 2002
▲*Mirella Bandini, ''1972 arte povera a Torino'', Allemandi 2002
▲*Germano Celant, ''Arte dall'italia'', Feltrinelli 1988
▲*Adachiara Zevi, ''Peripezie del dopoguerra nell'arte italiana'', Einaudi 2005
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