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Disegni/com. ebraiche
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Laureatosi brillantemente in [[giurisprudenza]] all’[[Università di Napoli]] nel [[1896]], entrò in [[magistratura]] nel [[1900]] e fu assegnato quale [[pretore]] a [[Trani]]. Successivamente venne chiamato alla Direzione generale per gli affari di culto presso il [[Ministero della Giustizia]] dove si occupò della spinosa questione del [[Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei|santuario di Pompei]] dopo la morte del suo fondatore [[Bartolo Longo]] ([[1926]]). Benché cattolico liberale e non allineato al [[fascismo]], fu stretto collaboratore del ministro [[Alfredo Rocco]], che lo volle come successore di Domenico Barone nelle trattative con Francesco Pacelli, il cardinal [[Pietro Gasparri]] e monsignor [[Francesco Borgongini Duca]] per l’elaborazione tecnica e la stesura dei [[Patti Lateranensi]] del [[1929]]. Redasse inoltre la legge del [[1930]] che dava disciplina e riconoscimento giuridico alle comunità israelitiche, anche questa frutto di incontri e trattative bilaterali e giudicataaccolta moltofavorevolmente positivamentedalla dallemaggior parte delle [[Comunità Ebraiche italiane]]<ref>Giulio Disegni, ''Ebraismo e libertà religiosa in Italia: dal diritto all'uguaglianza al diritto alla diversità'', Torino, Einaudi, 1983, p. 120.</ref>. Passato alla Direzione generale degli affari penali, qui terminò la sua [[carriera]] nel [[1941]] per raggiunti limiti di età con il titolo di [[procuratore]] generale onorario della [[Corte di Cassazione]].
 
Oltre all’adorata moglie, la nobildonna Matilde Carcano figlia del duca Domenico Carcano di Trani, amò appassionatamente la sua città natale, Bisceglie, dove era solito ritornare appena poteva staccarsi dagli impegni del lavoro e dove per tutti era “sua eccellenza”. La sua casa in via [[Giulio Frisari]] 27, dimora avita fin dal Settecento (cui risale la struttura con loggiato interno su due piani) contenente dipinti di scuola napoletana e di [[Salvator Rosa]], è tuttora nota come Palazzo Consiglio. Qui poté festeggiare il secolo di vita, omaggiato fra gli altri dall’arcivescovo di Bisceglie, monsignor [[Giuseppe Carata]]. I suoi concittadini ne hanno perpetuato la memoria intitolandogli una via.