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Lewis Coser si inserisce in quella scuola della sociologia che va sotto il nome di [[teroia del conflitto]], in particolare alla teoria del conflitto analitica di derivazione [[Max Weber|weberiana]], che si contrappone alla teoria del conflitto [[Utopia|utopista]] o marxista, afferente al lavoro di [[Karl Marx]]. Le principali differenze tra i due orientamenti consistono innanzitutto nella maggiore complessità nella visione della distribuzione del potere dipinta dai confluttualisti analitici rispetto ai marxisti, la credenza dei conflittualisti weberiani che la scienza sociale e l'azione politica debbano restare separate (negavano, quindi, la formulazione di giudizi di valore sugli argomenti indagati, limitandosi a descriverli, sulla base del criterio di avalutatività sviluppato da Max Weber), e una diversa visione della risoluzione del conflitto, che, per i marxisti, si risolverà in un'utopica rivoluzione, mentre per i weberani esso ha la tendenza a diventare permanente e a venire incasellato all'interno di una società [[burocrazia|burocratica]].
Il pensiero di Coser è molto influenzato dalla visione del sociologo tedesco [[Georg Simmel]], il quale identificava la società come l'insieme delle relazioni di interazione che collegavano gli individui<ref>{{cita libro|Georg|Simmel|Grundfragen der Soziologie. Individuum un Gesellshaft|1917|Berlino|Walter de Gruyter}}</ref>. Coser, a tale proposito, parla di "rete del conflitto", sottolineando come il conflitto sia una delle facce della vita sociale, di per sè non più rilevante del consenso. Il suo interesse, in realtà, è focalizzato sulle conseguenze del conflitto, e la sua tesi è che il conflitto non è necessariamente socialmente disgregante, ma è in grado di generare stabilità come anche il cambiamento.
==Opere principali==
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