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Ironicamente, i nuclei cometari sono tra gli oggetti del Sistema solare più scuri conosciuti: alcuni sono più neri del carbone.<ref name=Giotto_Halley>{{cita web|lingua=en |url=http://sci.esa.int/science-e/www/object/index.cfm?fobjectid=31878 |titolo=Halley |opera=Giotto |editore= Agenzia Spaziale Europea |accesso=28 mar 2009}}</ref> La sonda Giotto scoprì che il nucleo della [[Cometa di Halley]] riflette circa il 4% della luce con cui viene illuminato,<ref name="dark">{{cita web |lingua=en |data=29 nov 2001 |titolo=Comet Borrelly Puzzle: Darkest Object in the Solar System |editore=Space.com |autore=Robert Roy Britt |url=http://www.space.com/scienceastronomy/solarsystem/borrelly_dark_011129.html |accesso=23 mar 2009}}</ref> e la sonda [[Deep Space 1]] scoprì che la superficie della cometa [[19P/Borrelly|Borrelly]] riflette una percentuale tra il 2,4% e il 3%. Per confronto,<ref name="dark" /> il normale [[asfalto]] stradale riflette il 7% della luce incidente. Si pensa che il colore scuro derivi dai [[composto organico|composti organici]] che dovrebbero abbondare in superficie: il riscaldamento solare porta via ghiacci ed elementi volatili, lasciando solo molecole pesanti organiche, che tendono ad essere molto scure, come sulla Terra il [[bitume]] o il [[petrolio]] grezzo. Paradossalmente, il colore scuro del nucleo è il motore della formazione della coda, perché solo così il nucleo riesce ad assorbire il calore necessario ad alimentare il processo.
 
Nel [[Sistema solare esterno]] le comete rimangono in uno stato congelato ed è estremamente difficile o impossibile rilevarle da Terra a cause delle loro ridotte dimensioni. Sono state riportate rilevazioni statistiche da parte del [[Telescopio spaziale Hubble]] di nuclei cometari non attivi nella [[fascia di Kuiper]],<ref name="Cochran1995">{{cite journal |last=Cochran |first=Anita L. |coauthors=Levison, Harold F.; Stern, S. Alan; Duncan, Martin J. |date=1995 |title=The Discovery of Halley-sized Kuiper Belt Objects Using the Hubble Space Telescope |journal=Astrophysical Journal |volume=455 |page=342 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1995ApJ...455..342C}}</ref><ref name="Cochran1998">{{cite journal |last=Cochran |first=Anita L. |coauthors=Levison, Harold F.; Tamblyn, Peter; Stern, S. Alan; Duncan, Martin J. |date=1998 |title=The Calibration of the Hubble Space Telescope Kuiper Belt Object Search: Setting the Record Straight |journal=Astrophysical Journal Letters |volume=503 |page=L89 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1998ApJ...503L..89C}}</ref> sebbene le identificazioni siano state messe in discussione,<ref name="Brown1997">{{cite journal |last=Brown |first=Michael E. |coauthors=Kulkarni, Shrinivas R.; Liggett, Timothy J. |title= An Analysis of the Statistics of the Hubble Space Telescope Kuiper Belt Object Search |journal=Astrophysical Journal Letters |volume=490 |page=L119 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1997ApJ...490L.119B}}</ref><ref name="Jewitt1996">{{cite journal |last=Jewitt |first=David |coauthors=Luu, Jane; Chen, Jun |date=1996 |title=The Mauna Kea-Cerro-Tololo (MKCT) Kuiper Belt and Centaur Survey |journal=Astronomical Journal |volume=112 |page=1225 |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1996AJ....112.1225J}}</ref> e non abbiano ancora ricevuto delle conferme indipedenti.
 
[[Immagine:060227comet.jpg|thumb|250px|right|La [[Cometa Hyakutake]]]]
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===Chioma e coda===
{{vedi anche|chioma (astronomia)|coda (astronomia)}}
Quando una cometa si avvicina al [[Sistema solare interno]], il calore del Sole fa sublimare i suoi strati di ghiaccio più esterni. Le correnti di polvere e gas prodotte formano una grande, ma rarefatta [[atmosfera]] attorno allaal cometanucleo, chiamata ''[[Chioma (astronomia)|chioma]]'', ementre la forza esercitata sulla chioma dalla [[pressione di radiazione]] del Sole, e soprattutto dal [[vento solare]], causanoconducono alla formazione di un enorme ''[[Coda (astronomia)|coda]]'' che punta in direzione opposta al sole. Spesso polveri e gas formano due code distinte, che puntano in direzioni leggermente differenti: la polvere, più pesante, rimane indietro rispetto alla cometa, e forma spesso una coda incurvata. Il gas, più sensibile al vento solare, forma una coda dirittaSole.
 
Il corpo centrale della cometa, da cui si origina il materiale che forma la chioma e la coda, viene chiamato ''nucleo''.
Chioma e coda risplendono sia per riflessione diretta della luce incidente, sia in conseguenza della [[ionizzazione]] dei gas per effetto del vento solare. Sebbene la maggior parte delle comete sia troppo debole per essere osservata senza l'ausilio di un [[binocolo]] o di un [[telescopio]], una manciata ogni decade diventa ben visibile ad [[occhio nudo]]. Occasionalmente una cometa può sperimentare una enorme ed improvvisa esplosione di gas e polveri, indicata comunemente con il termine inglese ''outburst''. Nella fase espansiva seguente la chioma può raggiungere dimensioni ragguardevoli. Nel novembre del [[2007]] per la chioma della [[17P/Holmes|Cometa Holmes]] è stato stimato un diametro di 1,4 milioni di chilometri, pari a quello del Sole <ref>{{cite web |url=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=49&ID_articolo=115&ID_sezione=72&sezione=Il+Cielo |title=La cometa Holmes ora è grande come il Sole |accessdate=23 apr 2009 |format= articolo|work=|date=[[15 novembre]] [[2007]]|publisher=[[La Stampa]]}}</ref>. Per un brevissimo periodo, la cometa ha posseduto l'atmosfera più estesa del Sistema solare.
 
Spesso polveri e gas formano due code distinte, che puntano in direzioni leggermente differenti: la polvere, più pesante, rimane indietro rispetto al nucleo e forma spesso una coda incurvata, che si mantiene sull'orbita della cometa; il gas, più sensibile al vento solare, forma una coda diritta, in direzione opposta al Sole, seguendo le linee del [[campo magnetico]] locale piuttosto che traiettorie orbitali. Viste prospettiche da Terra possono determinare configurazioni in cui le due code si sviluppano in direzioni opposte rispetto al nucleo;<ref>{{cite web |url=http://www.asod.info/?p=1019 |title=Chasing an Anti-Tail |last=Mc Kenna |first=Martin |coauthors= |work=Astronomy Sketch of the Day |date=29 apr 2004 |accessdate=23 apr 2009}}</ref> oppure in cui la coda di polveri, più estesa, appare ad entrambi i lati di esso. In questo casi si dice che la cometa possiede una coda ed un<nowiki>'</nowiki>''anti-coda''. Un esempio recente ne è stata la [[Cometa Lulin]].
 
Mentre il nucleo è generalmente inferiori ai 50&nbsp;km di diametro, la chioma può superare le dimensioni del Sole e sono state osservate code ioniche di estensione superiore ad 1 [[Unità Astronomica|UA]] (150 milioni di km).<ref>Yeomans, Donald K. "[http://www.worldbookonline.com/wb/Article?id=ar125580 Comet] World Book Online Reference Center. 2005. Disponibile anche [http://www.nasa.gov/worldbook/comet_worldbook.html qui] come World book @ NASA.</ref> È stato proprio grazie all'osservazione della coda di una cometa, disposta in direzione opposta al Sole, che [[Ludwig Biermann]] ha contribuito significativamente alla scoperta del vento solare.<ref>{{cite web |url=http://adsabs.harvard.edu/abs/1963SSRv....1..553B |title=The Plasma Tails of Comets and the Interplanetary Plasma |publisher=Space Science Reviews |date= |doi=10.1007/BF00225271 |accessdate=23 apr 2009}}</ref> Sono comunque estremamente tenui, tanto che è possibile vedere le stelle attraverso di esse.
 
La coda ionica si forma per [[effetto fotoelettrico]], come risultato dell'azione della radiazione solare [[radiazione ultravioletta|ultravioletta]] incidente sulla chioma. La radiazione incidente è sufficientemente energetica da superare l'[[energia di ionizzazione]] richiesta dalle particelle degli strati superiori della chioma, che vengono trasformate così in [[ione|ioni]]. Il processo conduce alla formazione di un nuvola di particelle cariche positivamente intorno alla cometa che determina la formazione di una "[[magnetosfera]] indotta", che costituisce un ostacolo per il moto del vento solare. Poiché inoltre la velocità relativa tra il vento solare e la cometa è [[supersonica]], a monte della cometa e nella direzione di flusso del vento solare si forma un ''[[bow shock]]'', nel quale si raggruppa un'elevata concentrazione degli ioni cometari (chiamati "pick up ions"<ref>{{cita web|lingua=en |nome=K.W. |cognome=Ogilvie |coautori=Coplan, M.A |url=http://www.agu.org/revgeophys/ogilvi00/node4.html |titolo=Interstellar Pick-Up Ions |opera=Solar wind composition |anno=1995 |editore=American Geophysical Union |accesso=23 apr 2009}}</ref>). Il vento solare ne risulta arricchito di [[fisica del plasma|plasma]] in modo che le [[Linea di campo|linee di campo]] "drappeggiano" attorno alla cometa formando la coda ionica.<ref name="pp 864">pp 864-874, Chapter 21, An Introduction to Modern Astrophysics, Carroll and Ostlie, 1996, Addison-Wesley Publishing Company</ref>
 
[[Image:Encke tail rip of.gif|200px|thumb|left|La [[Cometa Encke]] perde la sua coda.]]
La coda è descritta più in dettaglio in un [[coda (astronomia)|articolo apposito]].
 
Se l'intensità del vento solare aumenta ad un livello sufficiente, le linee del campo magnetico ad esso associato si stringono attorno alla cometa e ad una certa distanza lungo la coda, oltrepassata la chioma, si verifica la [[riconnessione magnetica]]. Ciò conduce an "evento di disconnessione della coda":<ref name="pp 864" /> la coda perde la propria continuità (si "spezza") e la porzione oltre la disconnessione si disperde nello spazio. Sono state osservate diverse occorrenze di tali eventi. Degna di nota è la disconnessione della coda della [[Cometa Encke]] avvenuta il [[20 aprile]] del [[2007]], quando la cometa è stata investita da un'[[espulsione di massa coronale]]. L'osservatorio orbitante solare [[STEREO]]-A registrò alcune immagini dell'evento, che, montate a costituire una sequenza, sono visibili qui a lato.<ref>{{cita web|lingua=en |nome=Dwayne |cognome=Brown |coautori=Spector, L.; Jones, N.N |titolo=NASA Satellite Sees Solar Hurricane Detach Comet Tail |url=http://www.nasa.gov/home/hqnews/2007/oct/HQ_07214_Comet_Collision.html |data=01 ott 2007 |editore=NASA |accesso=23 apr 2009}}</ref>
Sia la chioma che la coda sono illuminate dal Sole e sono spesso visibili dalla [[Terra]]. Rispetto alle minuscole (in termini astronomici) dimensioni del nucleo, che spesso non supera i 10 o 20 chilometri, le code sono veramente enormi, e possono superare i cento milioni di chilometri in lunghezza. Sono comunque estremamente tenui, tanto che è ancora possibile vedere le stelle attraverso di esse. La coda risplende sia di luce riflessa dal Sole, sia di luce propria (molto debole) grazie alla [[ione|ionizzazione]] dei suoi atomi. La maggior parte delle comete è però troppo debole per essere vista ad occhio nudo, ed è necessario usare un [[binocolo]] o meglio ancora un [[telescopio]]. Una manciata di comete ogni decade diventa ben visibile ad occhio nudo.
 
L'osservazione della [[Cometa Hyakutake]] nel [[1996]] ha condotto alla scoperta che le comete emettono [[raggi X]].<ref>{{cita web |lingua=en |titolo=First X-Rays from a Comet Discovered |url=http://heasarc.gsfc.nasa.gov/docs/rosat/hyakutake.html |accesso=22 apr 2009}}</ref> La scoperta destò sorpresa tra gli astronomi, che non avevano previsto che le comete potessero emetterne. Si ritiene che i raggi X siano prodotti dall'interazione tra le comete ed il vento solare: quando ioni con carica elevata attraversano un'atmosfera cometaria, collidono con gli atomi e le molecole che la compongono. Nella collisione, gli ioni catturano uno o più elettroni emettendo nello stesso tempo raggi X e [[fotone|fotoni]] nel lontano ultravioletto.<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://www.google.com/gwt/n?u=http://web.archive.org/web/20060213232726/http://www.kvi.nl/~bodewits |titolo=Probing space weather with comets |accesso=22 apr 2009}}</ref>
Prima dell'invenzione del telescopio, le comete sembravano apparire dal nulla nel cielo, e poi svanire gradualmente alla vista. Erano in genere considerate di cattivo auspicio per re o nobili, o foriere di catastrofi. Da reperti antichi, soprattutto cinesi, sappiamo che il loro apparire in cielo è stato seguito dagli esseri umani per millenni.
 
==Caratteristiche orbitali==