Eduino Francini: differenze tra le versioni
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Compiuta una serie di brillanti operazioni, la formazione fu protagonista del movimento insurrezionale di Sansepolcro ([[19 marzo]] [[1944]]), di cui Francini fu uno dei capi. Subito dopo gli scontri che portarono alla liberazione della cittadina toscana, Eduino Francini partì alla testa di un manipolo con l'obiettivo di rafforzare una squadra partigiana operante nello [[Spoleto|Spoletino]].
Il gruppo però fu assediato da preponderanti forze [[nazifascismo|nazifasciste]] a Villa Santinelli, nel territorio comunale di [[Città di Castello]], riuscendo a resistere per oltre 18 ore. A quel punto, esaurite le munizioni, i partigiani furono costretti ad arrendersi. Dopo aver rifiutato, nonostante le torture, di rivelare informazioni al nemico, Francini ed altri otto partigiani furono fucilati a colpi di mitra.
I cadaveri, inizialmente gettati in una fossa comune, sono stati traslati nel cimitero di Sansepolcro nell'aprile [[1945]]<ref name=vita/>.
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