Questa distinzione era già stata anticipata da [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] quando parlava di [[Panthera leo|leoni]] e [[volpe|volpi]]; i primi userebbero la sola forza per ottenere il potere (e alla lunga sono sconfitti), i secondi il consenso (la persuasione).
Weber (vedi nel seguito) usa le due parole [[lingua tedesca|tedesche]] '''Macht''' ed '''Herrschaft''' per forza e consenso. [[Heinrich Popitz]] vede il primo tipo di potere come imposto dall'alto con la forza e la paura, il secondo che si forma dal basso a causa del rispetto, del riconoscimento di una superiorità.
== Legittimità del potere ==
[[Max Weber]] teorizzò tre diversi tipi di legittimità.
*La prima è la '''legittimità tradizionale''', che poggia sulla credenza quotidiana nel carattere sacro della tradizione valida da sempre (es. il potere deriva da [[Dio]]), come nell'[[Ancien Régime]].
*La seconda è la '''legittimità carismatica''', che poggia sulla dedizione al carattere sacro o alla forza eroica o al valore esemplare di una persona. Il leader ha una missione, e i governati si convincono che sia così. Questo è il caso di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] e [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], ma ancora di più è il caso di [[Adolf Hitler|Hitler]], [[Lenin]] e [[Stalin]]. Questo tipo di potere va inevitabilmente incontro alla disillusione, nel momento in cui la missione del leader fallisce (Napoleone, Hitler) o al massimo nel momento della morte del leader (Stalin). In alcuni casi, tuttavia, il potere carismatico può essere istituzionalizzato: è il caso dell'[[Impero romano]] nato da Cesare e dell'[[Unione sovietica]] nata da Lenin.
*Infine c'è la '''legittimità legale-razionale''' che poggia sulla credenza nella legalità degli ordinamenti statuiti (per esempio la [[Costituzione]]), e sul diritto al comando di coloro che sono chiamati dal [[popolo]] a governare; è una legittimità moderna, democratica ed impersonale.
== Potere e politica ==
=== La teoria di Weber ===
Il sociologo tedesco '''[[Max Weber]]''', nel suo libro ''Economia e società'', sviluppa una teoria molto articolata e influente.
Weber comincia distinguendo due concetti: il concetto di '''Macht''' (potenza) e di '''Herrschaft''' (potere legittimo). Con il termine potenza egli intende: ''"qualsiasi possibilità di far valere entro una relazione sociale, anche di fronte ad un'opposizione, la propria volontà, quale che sia la base di questa possibilità"''; con il termine potere legittimo intende: ''"la possibilità di trovare obbedienza, presso certe persone, ad un comando che abbia un determinato contenuto"''. La prima espressione fa riferimento ad una relazione sociale dove il soggetto più forte riesce a far valere la propria volontà in ogni caso; la seconda espressione si riferisce alle relazioni dove il soggetto debole accetta le decisioni altrui perché le riconosce valide e quindi legittime. Weber, basandosi su questo secondo concetto, realizza la tipologia delle tre forme già viste di legittimazione del potere. Tale tipologia è costituita dal '''potere tradizionale''', dal '''potere [[autorità_carismatica|carismatico]]''' e dal '''potere razionale-legale'''.
Oltre al potere politico, Max Weber individua altre due forme di potere: il '''potere economico''' ed il '''potere ideologico'''. Il primo è esercitato da chi possiede risorse materiali o finanziarie che permettono di indurre coloro che non le hanno a tenere determinati comportamenti (esempio: imprenditori vs. operai). Il secondo consiste nella capacità di influenza che viene esercitata sulle idee della gente da chi è investito di una certa autorità.
Weber considera il potere politico come il potere sovrano, con tutte le altre sfere di potere sono subordinate ad esso. Questo perché lo stato influenza e regolarizza tutte le attività umane, siano esse sociali, economiche, culturali e così via.
==== Genesi del potere politico ====
Secondo '''Weber''' la nascita del potere politico avviene con il passaggio da gruppi sociali chiusi a [[comunità]] politiche e infine con la nascita dello stato moderno.
Weber sottolinea come i gruppi sociali siano caratterizzati da relazioni sociali chiuse perché non permettono l'accesso a nuovi membri. Tale divieto è reso operativo da più persone preposte a questo. Nel corso del loro sviluppo, alcuni di questi aggregati sociali divengono veri e propri gruppi di potere, dotati di apparati ben organizzati. Infine, allargando verso l'esterno le loro azioni, che prima si svolgevono solo all'interno, essi cercano di controllare il territorio e le persone che lo abitano. Organizzano, quindi, la vita di quel determinato territorio mediante l'uso di mezzi coercitivi. Nasce così una vera e propria [[comunità]] politica che, nel momento in cui si istituzionalizza, dà vita allo [[stato]] moderno.
=== Gli elitisti ===
Le [[elitismo| teorie elitiste]] convergono tutte sul fatto che nella società vi è una minoranza al potere ed una maggioranza che lo subisce.
Tra gli esponenti più importanti di questa corrente di pensiero ci sono: '''[[Gaetano Mosca]], [[Vilfredo Pareto]], [[Robert Michels]]'''.
Di particolare interesse sono gli studi fatti da Michels sui [[partito politico| partiti politici]] e sulla loro organizzazione. Analizzando la struttura dei partiti egli formulò la "legge ferrea dell'[[oligarchia]]". Michels con la sua '''"legge ferrea dell'oligarchia"''' mise in evidenza come i partiti tendano a concentrare il potere in una cerchia ristretta di uomini, producendo un distacco sempre più ampio tra i dirigenti del partito e gli iscritti. Tale distanza tra classe dirigente e iscritti provoca, secondo Michels, un'organizzazione oligarchica del partito. Tale forma oligarchica fa si che i dirigenti perseguano di fatto i propri interessi e solo formalmente gli interessi delle masse. Michels dimostra come l'organizzazione oligarchica dei partiti permetta di concentrare il potere nelle mani di pochi dirigenti, oltre ad impedire che le candidature politiche vengano fatte dal basso. Ciò accade in quanto i partiti sono una organizzazione complessa che per essere guidata ha bisogno di competenze specifiche, coloro che possiedono tali competenze vanno a formare quella oligarchia che strutturandosi in modo burocratico mette nelle mani dei capi poteri decisivi che li svincolano dalla massa.
=== La teoria struttural-funzionalista ===
Al centro di questa corrente di pensiero si pone '''[[Talcott Parsons]]'''. Parsons elaborò una teoria molto complessa sul sistema sociale. Secondo l'autore, il sistema sociale si compone di diversi sottosistemi funzionali. I sottosistemi funzionali sono quattro: quello economico, quello culturale, quello integrativo e quello politico. La teoria di Parsons cerca di spiegare la funzione che svolgono i diversi sottosistemi nella società. Il sistema sociale teorizzato dal sociologo è in continuo sviluppo e rinnovamento, quindi, anche le funzioni dei sottosistemi tendono a cambiare. Il sottosistema politico, pensato da Parsons, utilizza il potere per interagire con gli altri sottosistemi della società. Nell'analisi parsoniana il potere ha la funzione di trasformazione, sviluppo e integrazione della società. La struttura politica (lo [[Stato]]) mette in opera le proprie decisioni tramite l'uso del potere. In conclusione, Parsons afferma che il potere politico deve essere utilizzato per mantenere l'ordine sociale e per fare in modo che gli altri sottosistemi operino al meglio.
=== Le teorie "neoelitiste" ===
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