Utente:Er Cicero/Sandbox/S0: differenze tra le versioni
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{{Bio
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|Cognome = Cornelio Maluginense
|PostCognomeVirgola = in [[lingua latina|latino]] ''Servius Cornelius Maluginensis''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Roma
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|
|GiornoMeseMorte =
|
|Attività = politico
|Attività2 = militare
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = {{sp}}del [[V sec. a.C.]]
|Immagine =
|Didascalia =
|Categorie=no
}}
==Biografia==
Servio Cornelio è stato il più antico rappresentante del ramo Maluginense della nobile ''[[gens Cornelia]]'', una delle più antiche e conosciute ''[[gens]]'' [[patrizi|patrizie]] dell'[[antica Roma]], i cui ''[[cognomen]]'' più diffusi durante la Repubblica erano Cetego, Cinna, Dolabella e Scipione.
Servio Cornelio, eletto [[console (storia romana)|console]] nel [[485 a.C.]] insieme a [[Quinto Fabio Vibulano (console 485 a.C.)|Quinto Fabio Vibulano]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso|Dionigi]], Antichità romane, Libro IX, 36, 1.</ref><ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', Libro II, 41, 12.</ref>, era il padre di [[Aulo Manlio Vulsone (decemviro 451 a.C.)|Aulo Manlio Vulsone]], decemviro nel 451 a.C. La sorte gli affidò il comando dell'esercito nella guerra ordinata dal [[senato (storia romana)|Senato]] contro [[Veio]]; ben presto la città [[etruschi|etrusca]], assediata e a corto di provviste, chiese la fine delle ostilità, che venne accordata per quarant'anni, in cambio di denaro e frumento<ref>Tito Livio, ''Ab urbe condita libri'', Libro II, 54, 1.</ref>.<br/>
Manlio, che aveva ottenuto quasi subito dagli ambasciatori un'indennità di un anno di paga per i suoi soldati e provviste per due mesi (mentre la tregua quarantennale venne concordata dai Veienti direttamente col Senato) ricevette, al suo ritorno a Roma, un'[[ovazione]] per aver posto termine alla guerra. Nello stesso anno, dopo che la pace era stata ristabilita, si svolse il [[censimento]] della popolazione che fu valutata in circa 103 000 cittadini<ref>Dionigi, Antichità romane, Libro IX, 36, 2-3.</ref>.
L'anno successivo il [[tribuno della plebe]] Gneo Genucio lo citò in giudizio col suo vecchio collega Lucio Furio per avere mancato di procedere alla distribuzione di terre ai cittadini poveri promessa dal Senato. Ma il giorno fissato per lo svolgimento del processo il tribuno fu trovato morto in casa, senza che sul cadavere vi fossero segno evidenti di violenza; la sua assenza impedì lo svolgimento del processo, che fu di fatto annullato<ref>Dionigi, Antichità romane, Libro IX, 38, 1-2.</ref>.
==Note==
<references/>
== Voci correlate==
* [[Consoli repubblicani romani]]
[[Categoria:Biografie]]
[[Categoria:Consoli repubblicani romani]]
[[Categoria:Cornelii]]
{{Box successione
|carica = ''[[Fasti consulares]]''|immagine = LupaCapitolina.png
|precedente = [[Spurio Cassio Vecellino]]<br> e<br> [[Proculo Virginio Tricosto Rutilo]]
|periodo = ([[485 a.C.]])<br> con [[Quinto Fabio Vibulano (console 485 a.C.)|Quinto Fabio Vibulano]]
|successivo = [[Lucio Emilio Mamercino]] I<br> e<br> [[Cesone Fabio Vibulano]] I
}}
<nowiki>{{Portale|Antica Roma|Biografie}}
[[ca:Servi Corneli Cos Maluginense]]
[[de:Servius Cornelius Maluginensis Cossus]]
[[es:Servio Cornelio Maluginense]]
[[eu:Servio Kornelio Maluginense]]
[[fr:Servius Cornelius Maluginensis Cossus]]
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