Gipsoteca Davide Calandra: differenze tra le versioni

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== Sede==
La Gipsoteca [[Davide Calandra]] trova sede, unitamente al [[Museo Civico Antonino Olmo]] di [[Savigliano]], all’interno dell’ex convento francescano, nel centro storico della città.
Nella chiesa secentesca dedicata a San Francesco, è allestita dal 1973 la collezione di gessi dell’artista torinese.
La Chiesa, ad unica navata e con sei cappelle laterali fu costruita a partire dal 2670, ma inaugurata solo nel 1743. Fu affrescata dall’artista [[Cuniberti]] di Racconigi. Nel 1866, sotto l’effetto delle leggi di soppressione degli ordini religiosi, la chiesa cessò di essere officiata. L’ex - convento subì un progressivo degrado e i suoi ambienti furono utilizzati per gli usi più impropri (caserma dei vigili del fuoco, magazzino, autorimessa). Solo nel 1968 l’amministrazione comunale intraprende un’opera di recupero dei locali a seguito della quale inaugura il Museo Civico nel 1970 e la [[Gipsoteca]] tre anni dopo.
 
== Storia della Gipsoteca ==
La prima inaugurazione della gipsoteca risale al 21 giugno 1973, a seguito della donazione da parte di Elena Calandra Cravero, figlia dello scultore, che, nel 1972, aveva donato alla città di Savigliano una serie di gessi. Il primo nucleo di opere di Calandra arrivò al Museo nel 1917, grazie alla donazione della vedova di Calandra, Luisa. La presenza di una Gipsoteca dedicata all’artista torinese nella città di Savigliano è giustificata da almeno quattro circostanze:
*le origini della Famiglia Calandra nella provincia di Cuneo e i loro possedimenti nella zona di Murello e Villanova Solaro, nelle vicinanze di Savigliano
*il ruolo svolto dal padre, Claudio Calandra, come consigliere provinciale per il Mandamento di Villanova Solaro fino al 1880 e come rappresentante per la IX e X Legislatura del Collegio di Savigliano nel [[Parlamento Italiano]]
*La commissione da parete dell’Amministrazione della Città, nel 1914, a Calandra del monumento all’astronomo [[Schiaparelli]], mai realizzata
*la donazione da parte dello stesso scultore al Comune del bozzetto per la lapide al [[Generale Arimondi]] realizzato per l’omonima caserma torinese.
Nel 1983 altri 140 pezzi, arrivarono alla Gipsoteca come dono da parte del Sovrano Militare [[Ordine di Malta]], erede universale, fino a quel momento, dei beni dei Calandra dopo la morte dei due figli, Elena e Davide.
 
== Nuovo allestimento ==
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== L’artista ==
[[Davide Calandra]] nasce a Torino il 21 Ottobre 1956. Insieme al fratello Edoardo viene avviato fin dalla giovane età agli studi artistici, che si concentreranno poi sulla scultura. Frequenta l’Accademia Albertina di Torino ed inizia a modellare ed esporre a partire dal 1880. Durante il primo decennio di attività si afferma come scultore di opere di genere, con piccole sculture che vanno incontro al gusto dei salotti di fine Ottocento. Accanto a questo filone inizia a sviluppare una nuova sensibilità per i temi legati al [[Verismo]], ispirandosi in questi ultimi alle scene quotidiane della campagna saviglianese. A partire dal 18885 inizia a realizzare monumenti ed opere pubbliche.
Calandra partecipa a numerosi concorsi sia nazionali che internazionali affermandosi come uno dei più importanti scultori dell’epoca. Lavorò per la famiglia Reale dei [[Savoia]] e per importanti uomini politici sia in Italia che all’estero e realizzò importanti opere pubbliche sia a livello nazionale che fuori dai confini (come ad esempio in Argentina). La sua fama diventò così forte da essere poi invitato a realizzare il fregio per l’aula del [[Parlamento Italiano]] a [[Montecitorio]].
Muore nel 1915 a soli 59 anni e fu sepolto nel Cimitero di Murello (Cn), un semplice tumulo per un artista che era stato impegnato alla realizzazione di importanti tombe.
 
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L’allestimento segue un ordine tematico e cronologico. Si incontrano dapprima le opere legate a scene di genere ed al gusto verista che investe la prima parte della produzione di Calandra.
Tra queste citiamo:
­* ''Fior di Chiostro'': unica opera in marmo del Museo. [[Edmondo De Amicis]] ispirandosi a questa scultura scrisse una poesia: “Fior di chiostro”.
­* ''Cuor sulle spine''
­* ''Le sirene''
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Importante è la produzione per la famiglia Savoia per la quale realizza alcuni pregevoli e famosi monumenti.
* ''Monumento al [[Principe Amedeo I]]'', fratello di [[Umberto I]]. Calandra partecipò al concorso indetto a Torino nel 1892. Nel 1893 inizia a realizzare la statua e il 7 maggio 1902 il monumento viene inaugurato alla presenza dei reali nel Parco del Valentino.
* ''Il fregio del Parlamento''. Nel 1908 il palazzo di Montecitorio viene sottoposto a modifiche che vengono affidate a [[Ernesto Basile]] che affida la realizzazione del fregio direttamente a Calandra. Nel 1913 il fregio è già presente nell’aula, che però viene inaugurata solo nel 1918.
Il rilievo è lungo 13 m, al centro è raffigurata l’Italia, che mostra la carta costituzionale con a sinistra la forza militare ed a destra la diplomazia ai lati delle quali viene proposta l’epopea storica dei Savoia. L’unificazione Italiana è suggerita dai profili del Monviso a destra e dell’Etna a sinistra.
* ''Monumento a [[Umberto I]]'', che fu assassinato nel 1900 a Monza dall’anarchico Gaetano Bresci. IlL'allora principe [[Vittorio Emanuele III]] decide di far realizzare a Calandra la scultura all’inaugurazione del monumento per il principe Amedeo, nel 1902. Nel 1914 viene posta la prima pietra, ma Calandra morirà prima del completamento dell’opera che sarà portata a termine dal suo allievo Rubino ed inaugurata nel 1926.
 
== Informazioni ==