Reinhold Messner: differenze tra le versioni

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Sin dagli [[anni '60]] fu uno dei primi e più convinti sostenitori di uno stile di arrampicata che non utilizzi ausilii esterni (come ad esempio quello dei portatori). Da allora, Messner ha sempre supportato una filosofia alpinistica volta a non ''invadere'' le montagne, ma solamente ad ''arrampicarle''. Lo stile di alpinismo proposto da Messner viene talvolta denominato ''stile alpino'', e comporta fra l'altro la necessità di utilizzare un equipaggiamento minimo e molto leggero. Tra gli altri alpinisti che seguirono le idee di Reinhold Messner sin dagli anni '60, vanno ricordati il fratello Guenther, e Peter Habeler, che divenne in seguito suo compagno di imprese.
 
Nel [[1970]], effettuò la sua prima scalata di una delle principali vette dell'[[Himalaya]]: il [[Nanga Parbat]]. Tale impresa è stata funestata dalla morte del fratello minore Guenther, avvenuta nel 1970, mentre i due stavano affrontando la discesa, due giorni dopo aver raggiunto la cima. Lo stesso Reinhold Messner subì l'amputazione di sette dita dei piedi, in seguito al congelamento, e fu oggetto di polemiche (accusato di non aver fatto tutto il possibile per trarre in salvo Guenther; tuttavia con una recente spedizione Reinhold Messner ha dimostrato l’infondatezza delle critiche rivoltegli<ref>Si vedano il libro dello stesso Messner ''La montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, la morte e la solitudine'', e [http://www.guardian.co.uk/germany/article/0,2763,1598152,00.html l'articolo] di [[The Guardian]] sulla vicenda.</ref>).
 
Nel [[1975]], completa con Peter Habeler la prima ascesa ''senza ossigeno artificiale'' di una vetta oltre gli ottomila metri: il [[Gasherbrum I]]. Nel [[1978]] ripete (sempre con Habeler) l'impresa sull'Everest, e diviene uno degli alpinisti più famosi del mondo. La scalata dell'Everest senza l'ausilio di bombole di ossigeno era considerata fino ad allora impossibile per l'uomo, tanto che Messner ed Habeler furono accusati di aver utilizzato di nascosto delle mini-bombole. Tuttavia, nel [[1980]], Messner mise a tacere le polemiche nei suoi confronti quando il [[20 Agosto]] raggiunse di nuovo la vetta dell'Everest senza l'ausilio di ossigeno, ed ''in solitaria''. Durante l'ascesa dovette affrontare anche la caduta in un crepaccio. In seguito, scriverà che il suo fisico non era mai stato tanto provato come in quell'ascesa, ''una continua agonia''.