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Si è ipotizzato che nel suo lungo periodo italiano egli abbia lavorato con i maestri della [[scuola di Murano]], che ebbe nei [[Vivarini]] i suoi massimi rappresentanti. Fu anche influenzato anche dall'opera dei fratelli [[Carlo Crivelli|Carlo]] e [[Vittore Crivelli]], oltre che dal [[Vittore Carpaccio|Carpaccio]]. Sulla base dell'analisi delle sue successive opere ragusee, si ritiene che molto probabilmente avesse studiato gli affreschi del [[Perugino]] e del [[Pinturicchio]] a [[Roma]].
Dopo il ritorno a Ragusa, Niccolò lavorò sia col padre che separatamente realizzando un discreto numero di opere, delle quali però solo quattro sono pervenute fino a noi.
Nicolò Raguseo morì verso la fine del 1517, mentre stava lavorando al polittico per la cattedrale di Ragusa. Dal suo testamento ricaviamo che fosse un uomo molto ricco, tanto che lasciò 30 ducati d'oro e una grande raccolta di medaglie. Non si sposò mai, forse perché per tutta la vita rimase sempre molto legato al padre, che gli sopravvisse.
Da un singolare evento della sua vita si deduce una personalità gioviale: nel corso delle feste per il [[carnevale]] del 1509 passò tre mesi in prigione per aver cantato canzoni sconce, provocando una gazzarra.
==Opere==
Quattro dipinti sicuramente di mano di Nicolò:
* ''Trittico'' per la cappella della famiglia [[Bonda]], nella Chiesa dei Domenicani. E' il primo quadro rinascimentale di scuola tipicamente veneziana che venne fatto a Ragusa. Lavorato circa nel 1500, è caratterizzato da da una forzata simmetria compositiva: quattro figure - due per parte: san Biagio e sant'Agostino a sinistra, san Paolo e san Tommaso d'Aquino a destra - nei pannelli laterali, fanno da corona alla Vergine in trono col Bambin Gesù al centro, il tutto su fondo oro.
* ''Annunciazione'', ''ex voto'' dell'armatore e capitano dalmata dell'[[Isola di Mezzo]] Marko Kolendić (nei documenti ''Marco de Blasio Colendich''), nella Chiesa dei Domenicani.
* ''Sacra conversazione'' per la cappella della famiglia [[Giorgi (famiglia)|Giorgi]], sempre nella chiesa dei Domenicani. Quest'opera - assieme alla precedente - furono entrambe terminate nel 1513, e sono spesso considerate le sue creazioni più felici, pienamente rinascimentali nell'ispirazione.
* ''Madonna e santi'', polittico per la chiesa di Santa Maria alle Dance (in croato ''Danče'': una località fuori dalle mura cittadine di Ragusa). Di grande impatto visivo, riprende nei comparti laterali la tecnica del fondo oro, che unitamente alla ritualità dei gesti dei personaggi fa ritenere questa composizione ancora parzialmente collegata ad un retaggio iconografico
tipico della pittura gotica.
[http://books.google.it/books?id=N1647OyYAqMC&pg=PA108&lpg=PA108&dq=nicolaus+rhagusinus&source=bl&ots=XhcT9Q6qy1&sig=mqdPnpsHbLUrpIafIUl-3j8QnpM&hl=it&ei=ShPfS8jmKpOUnwOw3YDSBw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CAwQ6AEwAQ#v=onepage&q=nicolaus%20rhagusinus&f=false]
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