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==Inquadramento storico==
Al dissolvimento dell'Impero Austro-ungarico negli ultimi giorni della prima guerra mondiale, fece da contrappunto una serie di operazioni militari condotte in svariate parti dell'impero da parte di truppe già fedeli agli Asburgo, che però facevano oramai riferimento ai futuri stati nazionali. La cosa rivestiva una particolare importanza nelle zone di confine fra diverse etnie, laddove negli ultimi decenni s'erano sviluppate delle vere e proprie lotte nazionali.
 
Maribor - all'epoca chiamata ufficialmente col suo antico nome tedesco ''Marburg an der Drau'' (in italiano Marburgo) - era la seconda città più grande della [[Stiria]]: a grande maggioranza tedesca, era però inserita in una zona geografica prevalentemente abitata da sloveni, e di conseguenza reclamata da questi ultimi.
 
Il 1 novembre 1918 i battaglioni della riserva sloveni della regione (''Landsturm'') occuparono la città, al comando del capitano (''Hauptmann'') del Landsturm-Bezirkskommandos Nr. 26 dell'Imperiale e Regio esercito austriaco Rudolf Maister. Questi fece occupare anche una serie di località della Stiria meridionale quali [[Bad Radkersburg|Radkersburg]], [[Spielfeld]], [[Mureck]], [[Apače]] ed altre ancora, parte delle quali in seguito vennero assegnate alla neonata [[Repubblica austriaca]]: lo scopo di Maister era quello di isolare Marburgo dal resto della Stiria abitata da popolazioni tedesche. In rapida successione, Maister si autoproclamò a [[Lubiana]] comandante militare della città di Marburgo, deponendo l'allora [[borgomastro]] Johann Schmiderer e il consiglio municipale, tutti di lingua tedesca. Nei giorni seguenti, tutti i funzionari municipali di lingua tedesca vennero licenziati e sostituiti con impiegati sloveni, mentre per impedire una resistenza armata vennero presi degli ostaggi fra i personaggi prominenti della comunità tedesca.
 
==La manifestazione del 27 gennaio==
 
==Note==