Uniting for consensus: differenze tra le versioni

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Uniting for Consensus è un gruppo (Ufc, soprannominato "the Coffee Club") nato alla fine degli anni [[1990]] per opporsi all'espansione del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di sicurezza]] dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]].
Il gruppo è stato fondato (come ''Coffee Club'')nel 1995 dal Rappresentante Permanente dell'Italia all'ONU [[Francesco Paolo Fulci]], in collaborazione con gli Ambasciatori d'Egitto, Messico e Pakistan. Nel 1998 l’Ambasciatore Fulci è stato il proponente e principale sostenitore della risoluzione procedurale, presentata dai Paesi del “Coffee Club” ed approvata dall’Assemblea Generale, con la quale si stabiliva che qualsiasi risoluzione, documento o decisione sulla riforma del Consiglio di Sicurezza, in qualunque stadio del processo di riforma, debba essere adottata con la maggioranza dei due terzi degli Stati membri delle Nazioni Unite.
Nel 2005 il gruppo è stato riportato in auge dall'[[Italia]], oggi ha una quarantina di membri che voglio impedire al c.d.[[G4_(diplomazia)|G4]] di ottenere un seggio permanente nel Consiglio. I leader sono l'Italia, il [[Pakistan]], la [[Corea del Sud]], l'[[Argentina]] e il [[Messico]].
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Le cause del fallimento del tentativo di riforma sono principalmente da ricondurre al contrasto fra i Paesi africani che reclamavano per sé un seggio permanente ([[Egitto]], [[Nigeria]], [[Sudafrica]]) e gli altri Stati del continente nonché alle tensioni USA-Germania dovute alla guerra in [[Iraq]] del 2003.<ref>[http://www.iai.it/pdf/DocIAI/IAI0911.pdf Pamela Preschern, ''LA RIFORMA DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DAGLI ANNI ‘90 AD OGGI: PROBLEMI E PROSPETTIVE'', Istituto Affari Internazionali, 2009]</ref>
 
== I negoziati intergovernativi di New York sulla riforma del Consiglio di sicurezza ==
Nel febbraio 2009 (in conformità con una decisione dell'AG 2008) sono cominciati a New York i negoziati intergovernativi sulla riforma del Consiglio di sicurezza, a margine della sessione informale dell’Assemblea Generale.
 
Il gruppo Ufc si è allineato alla posizione italiana <ref>http://www.italyun.esteri.it/Rappresentanza_ONU/Menu/Comunicazione/Archivio_News/2009_03_24+terzi.htm</ref> (sesto contribuente dell'ONU), illustrata dal rappresentante permanente presso l’Onu, [[Giulio Terzi di Sant’Agata]]. L'opposizione all'allargamento del numero dei membri permanenti si fonda principalmente sull'inopportunità di mantenere l'istituto del ''veto'', nato nel dopoguerra ma insensato dopo la fine della [[Guerra fredda]]. Consci del carattere irrealistico della proposta di eliminare il veto (più realizzabile la restrizione dell'ambito di applicazione dello stesso o il vincolo del suo utilizzo ad un obbligo di motivazione), i Paesi dell'Ufc sostengono, tuttavia, l'inopportunità della creazione di Membri permanenti senza veto del CdS, che relegherebbe gli altri Stati alla condizione di membri di Serie B.
L'Italia propone che venga incrementato il numero dei membri non permanenti per ciascun gruppo regionale, lasciando la decisione sulle modalità di elezione di tali seggi ai gruppi stessi, due le opzioni alternative:
1) un mandato di 3-5 anni senza possibilità di rielezione;
2) un mandato di due anni con possibilità di rielezione per un massimo di due volte
consecutive.
 
Oltre alle proposte menzionate, l'Italia ed l'Ufc pongono questioni di metodo e premono per una maggiore trasparenza nei negoziati per la riforma del CdS.
 
==Collegamenti esterni==