Tim Buckley: differenze tra le versioni

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|PostCognomeVirgola = il cui vero nome era '''Timothy Charles Buckley III'''
|Sesso = M
|LuogoNascita =Amsterdam (New York)
|LuogoNascitaLink = Amsterdam (New York)
|GiornoMeseNascita = 14 febbraio
|AnnoNascita = 1947
|LuogoMorte =Santa Monica (California)
|LuogoMorteLink =Santa Monica (California)
|GiornoMeseMorte = 29 giugno
|AnnoMorte = 1975
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== Biografia ==
Tim BuclkeyBuckley nasce ad [[Amsterdam (New York)|Amsterdam]], nello stato di [[New York (stato)|New York]], il giorno di San Valentino del [[1947]], per trascorrere poi l'adolescenza ad [[Anaheim]], in [[California]], e successivamente trasferirsi a [[Los Angeles]].
 
Terminate le scuole superiori, con un bagaglio di più di venti canzoni scritte a due mani con l'amico-poeta [[Larry Beckett]], il suo nome inizia a circolare nell'ambiente del [[folk]] losangelino.
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Inizia la trafila dei concerti, che lo porteranno a esibirsi in minuscoli club e nelle università della [[West Coast (Stati Uniti)|West Coast]]. Buckley assimila profondamente l'aria che si respira nella metà degli [[anni 1960|anni sessanta]], che si tratti degli ideali rivoluzionari che animano i giovani o delle sperimentazioni lisergiche.
Tutto questo è riassunto in ''[[Goodbye and Hello]]'', inciso ad un anno di distanza dall'esordio. Questo secondo lavoro rimarrà il più grande successo di Tim, grazie ad alcuni pezzi memorabili: (''[[I Never Asked To Be Your Mountain]]'', ''[[Phantasmagoria in two]]'', ''[[Once I Was]]'', il singolo ''[[Morning Glory (singolo Tim Buckley)|Morning Glory]]'', ''[[I Never Asked To Be Your Mountain]]'',): ma Buckley si spingerà oltre.
 
Inizia ad abbandonare parzialmente la collaborazione con Larry Beckett, iniziando a scrivere da sé i testi, che riflettono la sua tormentata interiorità.
Ora che è finalmente al centro del successo, sembra volerne scappare: se ne va addirittura da un programma televisivo, rifiutandosi di cantare in ''[[playback]]''.
Nel [[1968]] tiene concerti anche in Inghilterra, registrando anche per il [[John Peel]] Show.
L'anno successivo arriva ''[[Happy Sad]]''. Gli ascolti [[jazz]], soprattutto di [[Miles Davis]], di Tim si fanno sentire, pur rimanendo in una matrice folk.
 
La produzione di Buckley è arrivata a un punto di svolta, virando verso un folk macchiato di [[blues]] e jazz, e in ''[[Gipsy Woman]]'' la voce comincia a forzare i suoi limiti, facendosi sempre più disperata e urlata.
Questa maturazione artistica non porta però guadagni, e l'Elektra decide di rescindere il contratto. Si accasa alla [[Straight Records]] di [[Leonard Cohen]], e da' alla luce ''[[Blue Afternoon]]'', opera maliconica e passionale che prosegue sulle strade del disco precedente.
 
Nell'ottobre del [[1970]] esce ''[[Lorca]]'', album dovuto all'Elektra: con un impianto solidamente folk, continua nella sperimentazione segnando un passo avanti verso i territori del successivo.
Il capolavoro di Buckley arriva nel [[1971]]. In ''[[Starsailor (album)|Starsailor]]'' la grande protagonista è la voce di Tim, che riesce a slegarsi dalle strutture metriche e tonali, comportanosi quasi come uno strumento.
Ma l'album è un colossale insuccesso di pubblico, e Buckley, amareggiato, non scrive più una nota per due anni.
 
Tornerà con lavori minori di compromesso come ''[[Greetings from L.A.]]'', ''[[Sephronia]]'' e, peggio, ''[[Look at the Fool]]'', che non riescono né a bissare le glorie artistiche passate né vendono come speravano i discografici traumatizzati dall'estremo ''[[Starsailor (album)|Starsailor]]''.
Nonostante le deludenti ultime prove, Buckley riesce a trovare la forza per disintossicarsi da alcool e droghe.