Tolleranza zero: differenze tra le versioni

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In Italia il termine è stato utilizzato in accezioni diverse, da diverse parti politiche, non necessariamente in relazione alla teoria che ne è alla base: in generale o in riferimento a una particolare categoria di trasgressioni, si tende a parlare di tolleranza-zero (ad es. nei confronti del fumo) come di un generico inasprimento delle sanzioni e dei divieti.
 
Questa politica deriva dalla "[[teoria delle finestre rotte]]" (''broken windows theory'') formulata nel [[1982]] dai criminologi [[James Q. Wilson]] e [[George Kelling]], che prevede che se le persone si abituano a vedere una finestra rotta, in seguito si abitueranno anche a vederne rompere altre, e a vivere in un ambiente devastato senza reagire: riparando la finestra, ci si abitua al rispetto della legalità.<references/ref> '''Pasquale Peluso''', ''Panico e insicurezza. Programmi di prevenzione e strategie di polizia'' Edizioni Labrys, 2010. ISBN 978-88-95931-05-0</ref>
 
Se l'idea è quella di arrivare a punire ogni infrazione di legge, indipendentemente dall’entità della trasgressione, a questo si arriva per gradi e cominciando dalle piccole cose.
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I critici fanno inoltre notare che molto spesso questo sistema viene usato per promuovere una politica intransigente nelle piccole cose atta a mascherare debolezza o addirittura complicità verso le scorrettezze compiute da persone potenti e facoltose, come ad esempio banchieri e capitani di industria.<br />
Le campagne di legge e ordine, sempre secondo coloro che criticano questo approccio, sono sintomatiche, e non curano le cause della devianza, ma solo i sintomi.}}
==Note==
<references />
 
[[Categoria:Pratiche politiche]]