Veritatis splendor: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: sistemo degli errori comuni... |
|||
Riga 40:
Secondo il Papa, oggi
{{quote|il senso più acuto della dignità della persona umana e della sua unicità, come anche del rispetto dovuto al cammino della coscienza, costituisce certamente un'acquisizione positiva della cultura moderna.|VS 31}}
Comunque, egli avverte, la libertà umana pur essendo buona in
===Legge naturale===
Il Papa accoglie e sostiene il ruolo della ragione umana per scoprire ad applicare la legge naturale (cioè quegli aspetti della legge morale che possono essere conosciuti senza la [[rivelazione]] divina). Ciononostante, afferma l'enciclica, essendo Dio il vero autore della legge morale, la [[ragione]] umana non può prendere il posto di quegli elementi della legge morale che sono di origine divina:
{{quote|la giusta autonomia della ragione pratica significa che l'uomo possiede in
In particolare, Giovanni Paolo II nega quelle idee di moralità che trattano il corpo umano come un "dato bruto" (VS 48), separando l'uomo e l'uso che egli fa del proprio corpo dal suo più profondo significato, derivante dall'interezza della persona umana.
===Il giudizio della coscienza===
Il Papa ripropone l'insegnamento cattolico tradizionale secondo il quale l'uomo è obbligato interiormente a seguire la propria [[Coscienza morale|coscienza]], e se non lo fa egli è condannato dalla sua stessa coscienza. Giovanni Paolo II descrive la coscienza come una forma di dialogo interiore. Tuttavia, egli insiste, non è meramente una forma di dialogo tra l'uomo e
La ''Veritatis Splendor'' afferma che ogni persona è moralmente tenuta a fare del proprio meglio per formare la propria coscienza, dal momento che la coscienza può sbagliare nel proprio giudizio. È cruciale per ogni persona fare lo sforzo di comprendere quale sia la legge divina, espressa dalla Chiesa, su una certa materia e quali siano le ragioni che la supportano. Anche se una persona non fosse condannata dalla propria coscienza per un atto moralmente sbagliato, commettere tale atto causerebbe comunque dei danni in altre direzioni, e se commeso abitualmente esso potrebbe progressivamente rendere più difficile per quella persona la percezione della verità. Inoltre il peccato abituale ci rende schiavi, quindi seguire un giudizio errato della coscienza è in ultima analisi un passo che allontana della verità.
Riga 59:
Il pontefice dà risalto al fatto che la visione dell'opzione fondamentale insidia la tradizionale comprensione cattolica riguardo al peccato mortale, al peccato veniale, la loro distinzione e i loro effetti:
{{quote|Si ha, infatti, peccato mortale anche quando l'uomo, sapendo e volendo, per qualsiasi ragione sceglie qualcosa di gravemente disordinato. In effetti, in una tale scelta è già contenuto un disprezzo del precetto divino, un rifiuto dell'amore di Dio verso l'umanità e tutta la creazione: l'uomo allontana
===Gli atti intrinsecamente cattivi===
|