Pont'ezzu: differenze tra le versioni

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Pont’ezzu (Ponte Vecchio, in sardo logudorese) è uno dei tre ponti romani che consentivano l’attraversamento del Rio Mannu di Ozieri. Il ponte risale presumibilmente al I secolo d.C., con un importante restauro nell’epoca imperiale, III-IV sec.secolo d.C., ed infine rimaneggiamenti di epoca medievale (forse riguardanti l’inarcamento del piano di calpestio e la formazione dei parapetti, come rilevato anche dall’arch. Franco Laner ). L’archeologa Paola Basoli ipotizza che il ponte, al pari degli altri dell’area, possa essere stato realizzato dalla armata romana di stanza nel vicino “castro” di Luguido (Oschiri) .
Le dimensioni del ponte sono veramente notevoli: 6 arcate con raggi decrescenti, 87,50 metri di lunghezza, circa 4,30 di larghezza e circa 8 di altezza massima, una struttura in conglomerato cementizio rivestito da conci perfettamente squadrati di pietra locale (struttura “a sacco”) perlopiù tufo calcareo ma anche basalto e trachite.
Le arcate a tutto sesto sono innalzate su robusti piloni che presentano a monte e a valle potenti rostri. Lo spazio tra i pilastri è lastricato; tali manufatti, rostri e selciato, erano indispensabili il primo a rompere la furia delle acque e il secondo a evitare l’usura delle fondazioni.