Grammelot: differenze tra le versioni
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Il '''Grammelot''' è
Infarcito di una parola comprensibile quà e là, qualche onomatopea e una generosa dose di mimica, riesce a rendere un discorso comprensibile a prescindere dalla lingua dell'uditorio, aggiungendo effetti comici dovuti anche allo spaesamento linguistico e al richiamo di lingue e nazionalità straniere.▼
Questo modo di recitare, immediato e viscerale, pressoché privo di artifici tecnici, fu tipico dei giullari medievali e delle compagnie di teatro itineranti, che così riuscivano a sortire effetti comici pur non parlando la lingua del pubblico davanti a cui si trovavano ad esibirsi.
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Il risultato finale è una recitazione espressiva, iperbolica ed esilarante, comprensibile da ognuno grazie al rapporto diretto che il giullare instaura con il pubblico. Il linguaggio usato perde il suo significato letterale per diventare un artificio espressivo musicale, in grado di comunicare emozioni e suggestioni.
Gli spettacoli di questo genere si articolano generalmente in una serie di brevi storie o episodi, la cui durata può variare dai 5 minuti ai 20, interpretati interamente senza ausilio di scenari particolari, giochi di luce o altri artifici classici del teatro, un eredità degli spettacoli “poveri” della tradizione giullaresca medioevale, che si tenevano solitamente all’aperto, in strada o nelle piazze.
Tra i personaggi caratteristici del genere vi è il cosiddetto ''Zanni'', l'impersonificazione del poveracco che, dopo aver subito le tremende carestie frequenti nel [[Medioevo]], si trova costretto a vagare in cerca di espedienti per sopravvivere e non morire di fame. Si tratta del prototipo di tutte le maschere tipiche della [[Commedia dell’Arte]], anche di quelle più note come [[Arlecchino]] e [[Brighella]].
In tempi recenti questo filone è stato recuperato dal [[Premio Nobel per la letteratura]] [[1997]] [[Dario Fo]], che lo ha valorizzato nuovamente. Il suo capolavoro, in questo genere, è il celebre ''"[[Mistero buffo]]"''.
[[Categoria:generi teatrali]]
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