Quentin Crisp: differenze tra le versioni
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Organizzò uno show personale e cominciò a girare la nazione. La prima metà dello spettacolo era un [[monologo]] divertente ispirato alle sue memorie, mentre nella seconda metà rispondeva in modo arguto ad alcune domande estratte a caso dal pubblico. Nel [[1978]] riempì il [[Duke of York's Theatre]] a Londra, poi portò lo show a [[New York]] dove decise di trasferirsi. La sua prima permanenza a New York, nell'[[Hotel Chelsea]], coincise con un incendio, una rapina e la morte di [[Nancy Spungen]]. Organizzò il suo trasferimento permanente: nel [[1981]] arrivò con pochi oggetti, e trovò un piccolo appartamento in affitto a [[Manhattan]] nel [[Lower East Side]].
Continuò a proporre il suo spettacolo, pubblicò molti libri sull'[[galateo|etichetta]] e si mantenne accettando inviti in società e scrivendo recensioni cinematografiche e articoli per giornali e riviste in USA e Gran Bretagna. Affermò che era facile vivere andando ad ogni cocktail party, prime e debutti a cui si viene invitati, ammesso che uno si possa nutrire solo di [[champagne]] e noccioline. Come aveva fatto anche a Londra, lasciò pubblicare il proprio numero sull'elenco telefonico di Manhattan e continuò a vedere come un proprio dovere conversare con chiunque lo chiamasse al telefono. Per i primi venti anni in cui ebbe un apparecchio telefonico, era solito rispondere con la frase «Sì, Dio?» («Non si sa mai» disse una volta.). In
Durante gli anni ottanta e novanta Crisp guadagnò fama a livello mondiale grazie al fatto che [[Sting]] gli dedicò la canzone ''[[Englishman in New York]]''. Una prima apparizione nel film del [[1985]] ''The Bride'' lo portò infatti in contatto con [[Sting]]. La canzone fu scritta non molto tempo dopo l'arrivo di Crisp a New York: nel 1986 Sting fece visita a Crisp nel suo appartamento e si fermò a cena e per i successivi tre giorni ad ascoltare Crisp che raccontava cosa significasse per un omosessuale vivere in una Gran Bretagna omofobica tra gli anni venti e sessanta. Sting rimase molto colpito dai racconti di Crisp, e decise così di dedicargli il pezzo, che conteneva le frasi: ''It takes a [[gentleman]] to suffer ignorance and smile, Be yourself no matter what they say.'' (''Ci vuole un uomo per subire l'ignoranza e sorridere, sii te stesso a prescindere da ciò che dicono''). Nel 1995 [[Boy George]], nella sua biografia ''Take It like a man'', parlò di come si sentisse vicino a Crisp nel periodo della sua infanzia, poiché come giovane gay si trovava ad affrontare gli stessi problemi di un ambiente omofobico.
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