Stereoscopia artificiale: differenze tra le versioni
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La '''stereoscopia artificiale''' viene così definita perché simula la visione binoculare di esseri aventi una distanza interpupillare diversa da quella umana. Se, per esempio, scattiamo due fotografie di un'automobile spostandoci lateralmente di un metro e le mettiamo sotto lo stereoscopio, potremo osservare tridimensionalmente l'automobile con la visione binoculare di un gigante la cui distanza interpupillare è di 1 m. In pratica l'automobile ci apparirà come un modellino che viene osservato ad una distanza, in cui riusciamo ad apprezzare le dimensioni. Per tale motivo la ''stereoscopia artificiale'' viene utilizzata dalla [[fotogrammetria]], che, grazie ai [[fotogrammi stereometrici]], consente di rilevare forma, posizione e dimensioni dell'oggetto ripreso. In una ''ripresa fotogrammetrica'' la distanza tra i punti di ripresa, detta ''base'', varia tra 1/5 ed 1/20 della distanza dell'oggetto fotografato. Per arrivare a questi valori è sufficiente riflettere su alcuni punti:
*quanto dobbiamo prendere un oggetto, per esempio una matita o un ago, il nostro cervello effettua un ''rilievo fotogrammetrico'', sulla base della inclinazione e convergenza degli assi visuali;
*sulla base del rilievo effettuato, il cervello dirige la mano sull'oggetto, effettuando, in pratica, una verifica del
*nei primi mesi di vita, un bambino non sempre riesce ad afferrare ciò che gli viene mostrato, ma deve fare più di un tentativo. In seguito, con il passare degli anni, con il continuo allenamento, diventa infallibile nel ''rilievo a portata di mano'';
*il campo di azione della mano, guidata dagli occhi, varia dalla minima distanza di osservazione, mediamente 25 centimetri, ad una distanza massima uguale alla lunghezza del braccio, circa 100 centimetri;
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