Elizabeth Short: differenze tra le versioni

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==Biografia==
 
Elizabeth Short nasce a [[Hyde Park]] ([[Massachusetts]]), ma si trasferisce in tenera età a [[Medford]] assieme a sua madre Phoebe Mae e alle sue quattro sorelle, dopo che suo padre Cleo abbandona la famiglia ([[ottobre]] [[1930]]) per trasferirsi a [[Vallejo]] ([[California]]).
 
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==Le indagini==
 
Le indagini sul "delitto della Dalia Nera" della Polizia di [[Los Angeles]] sono state fra le più vaste nella storia del Dipartimento ed hanno coinvolto centinaia di agenti ed ispettori, perfino di altri dipartimenti. I sospettati sono stati centinaia e migliaia le persone interrogate. Fortissima è stata l'attenzione dell'[[opinione pubblica]] sul caso, la cui complessità è stata ampliata dalla curiosità dei [[giornale|giornali]], dovuta alla natura del delitto.
 
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==I sospettati principali==
 
===Robert M. Manley===
 
'''Robert M. Manley''', detto "Red", è stata l'ultima persona ad aver visto Elizabeth in vita. È stato il primo sospettato nei giorni immediatamente successivi al delitto. Dopo essere stato sottoposto a vari test e dopo aver verificato il suo [[Alibi (latino)|alibi]], Manley è stato successivamente rilasciato.
 
===Walter Alonzo Bayley===
 
'''Walter Bayley''', [[chirurgo]] di [[Los Angeles]], ha vissuto in una delle case vicine a quella in cui è stata ritrovata Elizabeth Short fino all'[[ottobre]] [[1946]], quando si separa dalla moglie. La figlia di Bayley era amica della sorella di Elizabeth, Virginia Short, di cui fu anche testimone di nozze. Bayley muore nel [[gennaio]] del [[1948]]. La sua [[autopsia]] ha rivelato che soffriva di una malattia cerebrale degenerativa. All'epoca del delitto, Bayley aveva 67 anni e non aveva alcun precedente penale.
 
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===Joseph A. Dumais===
 
'''Joseph A. Dumais''', [[soldato]] di 29 anni di stanza in [[New Jersey]], è uno dei primi ad auto-accusarsi del delitto poche settimane dopo che questo è avvenuto. Tutta la stampa di [[Los Angeles]] ha entusiasticamente sostenuto l'ipotesi, fin quando si scopre che Dumais era alla sua base di appartenenza in [[New Jersey]] al momento dell'omicidio. Gli investigatori, a differenza della stampa, lasciano cadere immediatamente l'ipotesi. Durante gli [[Anni 1950|anni Cinquanta]], Dumais viene arrestato più volte per reati minori ed ogni volta continua ad auto-accusarsi del delitto Short.
 
===Woody Guthrie===
 
'''Woody Guthrie''', cantante [[musica folk|folk]], viene iscritto nel registro degli indagati in seguito ad un ipotesi di collegamento fra il delitto Short e una denuncia per [[molestia|molestie]], fatta da una [[donna]] [[California|californiana]] di cui Guthrie era innamorato e che dallo stesso aveva ricevuto lettere minatorie e contenenti pesanti allusioni sessuali. L'ipotesi decade in seguito per mancanza di prove, ma Guthrie viene comunque processato per [[molestia|molestie]].
 
===George Hodel===
 
'''George Hodel''', [[fisico]] specializzato in salute pubblica, è posto per la prima volta sotto osservazione dalla Polizia di [[Los Angeles]] nell'[[ottobre]] del [[1949]], quando sua figlia quindicenne Tamara lo accusa di [[molestia|molestie]]. Il caso suscita qualche sospetto di collegamento con il caso Short, tanto che le autorità decidono di porre il dottor Hodel sotto sorveglianza dal [[18 febbraio]] al [[27 marzo]] [[1950]] per accertare la sua eventuale implicazione nel delitto.
 
Nel rapporto finale dell'accusa al Grand Jury di [[Los Angeles]], consegnato allo stesso il [[20 febbraio]] [[1951]], si legge:<ref>La traduzione del rapporto non è del tutto letterale, ma ne è stato comunque rispettato il senso. Sono stati rimossi gli indirizzi dei soggetti citati e i nominativi completi delle persone ascoltate, perché ininfluenti ai fini della comprensione.</ref>
 
{{quote|Il dottor George Hodel [...] al momento dell'[[omicidio]] aveva una [[clinica]] sulla East 1st Street, vicino Alameda. Lillian Lenorak (una delle sue pazienti con problemi mentali, successivamente trasferita in un altro ospedale, ''ndr''), che viveva con il dottor Hodel, ha affermato di aver trascorso con lui del tempo nei paraggi dell'Hotel Biltmore (il luogo dove Elizabeth Short è stata trovata morta, ''ndr'') e di aver identificato la Short come una delle fidanzate del dottore.<br>Tamara Hodel, la figlia di quindici anni, ha dichiarato che sua madre Dorothy le ha confidato che, la notte dell'omicidio, suo padre è stato fuori tutta la notte per un [[party]] e che le ha detto: "Non saranno mai capaci di provare che l'ho uccisa io". Due microfoni sono stati piazzati nella casa del sospetto.<br>L'informatrice Lillian Lenorak è stata trasferita all'Istituto Statale per cure mentali di Camarillo. Joe Barrett, che vive nello stesso residence del dottor Hodel, ha cooperato come informatore. È stata sequestrata dagli effetti personali del dottor Hodel una [[foto]] dell'accusato, dove era ritratto nudo assieme ad una modella di colore, anch'essa nuda e successivamente identificata come Mattie Comfort [...]. La Confort ha affermato che è stata con il dottor Hodel prima del delitto e che non sapeva assolutamente che l'accusato fosse in qualche modo collegato alla vittima.<br>Rudolph Waters, che si sa abbia conosciuto sia la vittima che il sospettato, ha asserito che non ha mai visto la vittima ed Hodel assieme e che non crede alla possibilità che i due si conoscessero. Le seguenti persone, interrogate, non hanno saputo fornire nessun dato capace di collegare il sospetto alla vittima [...]. Cfr. anche i rapporti supplementari, i resoconti e le registrazioni, tutte tendenti ad eliminare Hodel dalla lista dei sospetti.}}
 
('''N.B.''' La traduzione del rapporto non è del tutto letterale, ma ne è stato comunque rispettato il senso. Sono stati rimossi gli indirizzi dei soggetti citati e i nominativi completi delle persone ascoltate perché ininfluenti).
 
Nel [[2003]], Steve Hodel (figlio del dottor Hodel ed ex-[[detective]] della Sezione Omicidi della Polizia di [[Los Angeles]]) ha pubblicato un [[libro]] in cui afferma che il padre, deceduto nel [[1999]], è il responsabile sia dell'omicidio della "Dalia Nera" che di un ampio numero di [[omicidio|omicidi]] irrisolti commessi lungo un ventennio. L'ex-[[detective]] Steve Hodel afferma di aver maturato questa ipotesi dopo aver trovato due [[foto]] del padre in compagnia di una ragazza simile ad Elizabeth Short - anche se la famiglia della Short insiste nel negare ogni somiglianza fra la ragazza nella foto e la vittima. Steve Hodel inoltre sostiene di non sapere che all'epoca il padre fosse uno dei sospettati - nonostante sua sorella Tamara fosse amica di Janice Knowlton, autrice di "''Mio padre è l'assassino della Dalia Nera''" (vedi più sotto) e nonostante i documenti rendono chiaro come i parenti e anche alcuni soci del Dottor Hodel sapessero che era stato inserito nella lista dei sospetti.
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===Norman Chandler===
 
'''Norman Chandler''', [[editore]] del [[Los Angeles Times]], è stato accusato di essere il mandante dell'[[omicidio]] dallo scrittore [[Donald Wolfe]] nel suo ''The Mob, the Mogul, and the Murder That Transfixed Los Angeles''. Ipotizzando un complicato scenario, Wolfe sostiene che Chandler abbia messo incinta la Short quando questa lavorava come [[prostituta|squillo]] per "Madame" Brenda Allen, che gestiva un noto [[bordello]] di [[Hollywood]].
 
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===George Knowlton===
 
Tutto quello che si sa di '''George Knowlton''' è che, al tempo del delitto Short, viveva nell'area di [[Los Angeles]] e che è successivamente morto in un incidente automobilistico nel [[1962]].
 
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====Le accuse di Janice Knowlton====
 
Nel [[1995]], scrive assieme a [[Michael Newton]] (al cui attivo figurano varie inchieste su crimini e criminali) il libro "''Mio padre è l'assassino della Dalia Nera''", in cui appunto afferma che è stato suo padre George ad uccidere la giovane Elizabeth Short. La Knowlton sostiene nel suo libro che il padre e la Short hanno avuto una relazione. Addirittura afferma la Short sarebbe stata ospite a casa sua (per lei sarebbe stata ricavata una improvvisata stanzetta nel [[garage]] della casa, dove successivamente avrebbe sofferto un [[aborto]]) e che sarebbe stata costretta a seguire il padre durante le operazioni di occultamento del [[cadavere]].
 
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===Orson Welles===
 
Il famoso [[regista]] '''[[Orson Welles]]''' viene inserito nella lista dei sospettati del delitto Short nel [[1999]] da Mary Pacios, ex-vicina di casa della famiglia Short di [[Medford]], nel suo libro "''Childhood shadows''". La Pacios basa la sua teoria soprattutto sul temperamento molto "volatile" del [[regista]] e sulla sua ossessione di tagliare tutto a metà - ossessione che, secondo la Pacios, si può rintracciare nel [[set]] decisamente "particolare" ideato dallo stesso Welles per alcune scene (poi rimosse) di un [[film]] a cui stava lavorando al momento del [[delitto]].
 
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===Jack Anderson Wilson===
 
'''Jack Anderson Wilson''' (anche conosciuto come '''Arnold Smith''') era un ladruncolo alcolizzato intervistato dallo scrittore [[John Gilmore]] per il suo libro "''Severed''". Dopo la morte, [[John Gilmore|Gilmore]] fa il nome di Wilson come probabile assassino, a causa della presunta conoscenza della Short. Il [[17 gennaio]] [[1982]] (prima della morte di Wilson), tuttavia, Gilmore aveva fatto tutt'altra ipotesi dalle colonne del ''[[Los Angeles Herald-Examiner]]''.
 
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==Un nesso con altri omicidi?==
 
[[John Gilmore|Gilmore]], sempre nel suo "''Severed''", accusa il defunto Jack Wilson anche dell'[[omicidio]] di un'altra [[donna]], '''Georgette Bauerdorf'''. Il [[libro]] - così come molti altri testi su esso basati - ipotizza erroneamente che la Short e la Bauerdorf si conoscessero, perché avevano entrambe lavorato come [[cameriere]] nello stesso [[night-club]]. In realtà, quando la Short arriva a [[Los Angeles]] ([[1946]]), la Bauerdorf era già morta da due anni mentre il locale era chiuso da un anno.
 
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==I risvolti mediatici del caso==
 
Il caso della "Dalia nera", com'era prevedibile, ha ispirato molti [[scrittore|scrittori]], [[regista|registi]] e [[musicista|musicisti]].
 
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== Curiosità ==
* Si diceè supposto che Elizabeth Short non ebbeavesse mai avuto le [[mestruazioni]], e chetantomeno larapporti suasessuali vaginaa fosse poco sviluppata e che questo le avrebbe impeditocausa di avereuna rapportimalformazione sessuali:vaginale. tuttaviaIn realtà, ciòdalle èindagini semplicementesi falso;evince inche quantola èShort emersoha dalleavuto indaginirapporti chesessuali ebbecon almeno tre parterpartner. sessuali.Inoltre, nel referto dell'[http://blackdahlia.info/modules/news/article.php?storyid=21[autopsia]], il Nell'Autopsia'coroner'' inoltredescrive lal'apparato parteriproduttivo intimadella viene descrittavittima come "''del tutto normale''", apur parteriscontrando alcuni "''problemi''" non meglio specificati:. questiIl risultaronomedico esserecurante attinentidella alleShort, [[ghiandoleDott. delArthur Bartolini]]McGinnis Faught, comeha confermatosuccessivamente dalspecificato suoche medicoquesti curante,problemi ilsono Dr.attinenti Arthuralle McGinnis[[ghiandole Faughtdel Bartolini]].<ref>{{en}} Cfr. [http://blackdahlia.info/modules/news/article.php?storyid=21].</ref>
 
* Voci non confermate riferiscono che Elizabeth fece la comparsa nel film [[Casablanca]].
* Si è supposto anche che Elizabeth avesse una rosa tatuata sulla coscia destra. Tuttavia, il medico legale non ha rinvenuto alcun tatuaggio o segni simili sul corpo della vittima.<ref>Vedi nota 2.</ref>
 
* Voci non confermate riferiscono che Elizabeth fece la comparsa nel film [[Casablanca (film)|Casablanca]].
 
* Prima della morte Elizabeth pesava 54 kg ed era alta 1,65 m.
 
* Si dice che Elizabeth avesse una rosa tatuata sulla coscia destra. Questo è un altro mito da sfatare; il medico legale infatti non notò nessun tipo di tatuaggio o sengo d'altro genere.[http://blackdahlia.info/modules/news/article.php?storyid=21]
* Una [[medium]] disse alla polizia che, seper volevanopoter arrestare il killer, dovevanoavrebbero dovuto seppellire Elizabeth Short con un uovo messo nel palmo della mano destra. La polizia non lo fece.
 
* Si dice che ancora oggi, il suo fantasma appaia nel Baltimore Hotel e lungo l’l'[[Hollywood Boulevard]].
 
== Bibliografia ==
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* William T. Rasmussen, ''Corroborating Evidence'', Sunstone Press, 2004
* Donald Wolfe, ''The Mob, the Mogul, and the Murder That Transfixed Los Angeles'', HarperCollins, 2005
 
== Note ==
<references />
 
== Collegamenti esterni ==