Langobardia Minor: differenze tra le versioni
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Nel [[787]] il nuovo principe [[Grimoaldo III di Benevento|Grimoaldo III]], appena subentrato al padre Arechi, respinse e uccise in battaglia il figlio di [[Desiderio (re)|Desiderio]], [[Adelchi (principe)|Adelchi]], che era sbarcato in [[Calabria]] con l'obiettivo di riconquistare il regno perduto. I rapporti con i [[Franchi]], in quelle fasi convluse, furono mutevoli: se alcuni contingenti transalpini aveva offerto sostegno a Grimoaldo nella lotta contro Adelchi, l'impegno del principato a sud fornì l'opportunità di vari attacchi condotti a nord. La città di [[Chieti]] finì così annessa al [[ducato di Spoleto]], ormai stabilmente in mani franche. La sottomissione all'impero franco divenne nel tempo sempre più solo formale, di pari passo con il progressivo indebolimento del potere centrale con i successori di [[Carlo Magno]].
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Il più potente dei Principi di Benevento fu Sicone, conquistatore di Napoli, da cui portò in città il corpo di San
Il [[IX secolo]] fu il periodo di maggior splendore del principato di Benevento, che con il principe [[Sicardo di Benevento|Sicardo]] occupò [[Amalfi]] e impose un tributo a [[Napoli]].Portò da Lipari il corpo di San Bartolomeo Apostolo nell'832; da allora il Santo è patrono di Benevento. Nell'[[839]] un regicidio ai danni di Sicardo provocò una scissione del principato: furono proclamati nuovi principe sia il fratello di Sicardo, [[Siconolfo di Salerno|Siconolfo]], sia il regicida [[Radelchi I di Benevento|Radelchi]]; Siconolfo ebbe l'appoggio della città di [[Salerno]], mentre Radelchi quello di [[Benevento]]. La situazione di stallo si protrasse, con incessanti guerre intestine, per più di dieci anni; fino a quando, cioè, l'intervento dell'imperatore [[Ludovico II il Germanico]] non sancì la divisione. Il [[capitolare]] del [[851]] segnò la nascita del [[Principato di Salerno]], affidato a Siconolfo, sotto la cui sovranità ricadde la parte centro-meridionale del vecchio ducato longobardo. Il principato di Benevento, ridotto a [[Sannio]], [[Molise]] e [[Puglia]] (escluso il [[Salento (territorio)|Salento]], sempre [[Impero bizantino|bizantino]]), toccò a Radelchi.
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Alcune straordinarie testimonianze di pittura si trovano in alcuni monasteri della Langobardia Minor, in particolare negli odierni [[Molise]], [[Campania]] e [[Puglia]]. Queste testimonianze risalgono soprattutto tra la fine dell'VIII e il IX secolo. Tra centri monastici più importanti vi furono il [[santuario di San Michele Arcangelo]] sul [[Gargano]] (fondato nel [[VI secolo]]), la potente [[abbazia di Montecassino]] (fondata nel [[529]] e molto attiva nel periodo dell'abate longobardo [[Gisulfo (abate)|Gisulfo]], [[797]]-[[817]]), [[San Vincenzo al Volturno]] (fondato alla fine dell'VIII secolo).
Nella cripta di San Vincenzo si è conservato un importante ciclo di pitture del tempo dell
Altri esempi di pittura nell'area beneventana si trovano nella [[chiesa di san Biagio (Castellammare di Stabia)|chiesa di san Biagio]] a [[Castellammare di Stabia]], nella [[chiesa dei Santi Rufo e Carponio]] a [[Capua]], ma i resti più importanti si trovano nella [[chiesa di Santa Sofia (Benevento)|chiesa di Santa Sofia]] a [[Benevento]], fondata nel [[760]] da [[Arechi II]]. Caratterizzata da una pianta centrale, con un'originale struttura con nicchie stellari, possiede tre absidi e notevoli resti di affreschi sulle pareti.
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==Collegamenti esterni==
*[http://www.longobardidelsud.it/ I longobardi del Sud]
{{Portale|Longobardi|Medioevo}}
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