Benvenuto reverendo!: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 48:
 
== Trama ==
Il film si svolge poco dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]]. Giuseppe è un ladro che, subito dopo essere stato liberato dalla prigione, si reca a Bellegra di sopra, in un piccolo paese della [[Ciociaria]], per consegnare a don Valerio,il parroco del paese, una lettera di raccomandazione, scrittagli dal cappellano del carcere, perché don ValeriaValerio lo aiuti a trovare un lavoro. Giuseppe non riesce però a incontrare don Valerio, perché quest'ultimo è ammalato; spinto dalla fame, Giuseppe ruba 100 lire dalla cassetta delle elemosine nella chiesa con l'intenzione di restituire la somma una volta trovato lavoro. Viene tuttavia sorpreso da una fedele la quale dà l'allarme e fa accorrere numerosi abitanti armati di bastoni e tridenti. Per sfuggire agli inseguitori Giuseppe si traveste da prete e si allontana dal paese.
 
Strada facendo viene visto da un brigadiere dei carabinieri il quale lo scambia per un vero prete e lo invita a recarsi nel castello di Bellegra di sotto. Don Fernando, il castellano, un latifondista preoccupato perché i suoi contadini hanno iniziato una serie di agitazioni e scioperi minacciando l'occupazione delle terre, chiede a don Peppino, così ha detto di chiamarsi Giuseppe, di convincere i contadini a rinunciare alle rivendicazioni. In cambio, offre al prete 300 000 lire per il restauro della chiesa bombardata durante l'ultimo conflitto. Il sedicente Don Peppino si reca dapprima nella chiesa del villaggio, occupata da una ragazza madre priva di abitazione, e fraternizza con la giovane donna a cui confida la sua condizione di ladro e fa intendere che entrambi potrebbero trovare aiuto l'uno con l'altro. Interviene poi nell'assemblea dei contadini in sciopero dando loro sostanzialmente ragione circa la bontà delle loro rivendicazioni; interviene tuttavia contro alcuni tentativi di violenza da parte degli scioperanti, per esempio contro i crumiri e contro il figlio del padrone catturato mentre si stava recando in un paese vicino in cerca di aiuto contro gli scioperanti. Agisce inoltre da catalizzatore sociale per cui lo stesso castellano rinuncia al suo atteggiamento aggressivo. Rinuncia infine ad Anna, la giovane donna che aveva occupato la chiesa, quando comprende che il figlio del castellano, che l'aveva sedotta, è disposto a far fronte ai suoi obblighi. Infine, questa volta in abiti borghesi, fugge dalla comunità dalla quale, come prete, ha ottenuto affetto e riconoscenza.