Benedetto Croce: differenze tra le versioni
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Parallelamente allo studio del [[marxismo]], Croce approfondisce anche quello di [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel | Hegel]]; secondo entrambi la realtà si dà come spirito che continuamente si determina e, in un certo senso, si produce. Lo spirito è insomma la forza animatrice della realtà, che si auto – organizza dinamicamente divenendo storia secondo un processo razionale. Da [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel | Hegel]] egli recupera soprattutto il carattere razionalistico e dialettico in sede [[gnoseologia | gnoseologica]]: la conoscenza si produrrebbe allora attraverso processi di mediazione dal particolare all'universale, dal concreto all’astratto.
Tuttavia egli critica [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel | Hegel]] poiché secondo lui ha concepito la dialettica in maniera riduttiva, ovvero semplicemente come dialettica degli opposti, mentre secondo lui sussiste anche una dialettica dei distinti, ovvero il fatto che certi atti ed eventi vadano sempre considerati appunto distinti rispetto ad altri ordini di atti ed eventi. Elabora, quindi, un vero e proprio [[sistema crociano |sistema]], da lui denominato la ''filosofia dello spirito ''. Qui la realtà in quanto attività (ovvero produzione dello spirito) è articolata in quattro forme fondamentali, suddivise per modo (teoretico o pratico) e grado (particolare o universale): estetica (teoretica – particolare), logica (teoretica – universale), economia (pratica – particolare), etica (pratica – universale). La relazione tra queste quattro forme opera la suddetta dialettica dei distinti, mentre all’interno di ognuna di esse si ha la dialettica degli opposti.
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