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L'area era suddivisa in due parti; a ovest si trovava la zona "italiana", mentre a est si trovava quella soggetta all'amministrazione americana, una zona enclave di 10,6 ettari, dove neanche i [[fanteria|fanti]] potevano accedere. Qui si trovavano le forze del [[28th Field Artillery Detachment]]. Il complesso sorge a poco meno di due chilometri dalla caserma "[[Giovanni Ruazzi]]" di Elvas, dove dal 1 ottobre 1975 era stanziato il [[1º Gruppo artiglieria pesante "Adige"]] (proveniente dal [[9º Gruppo artiglieria pesante "Rovigo"]]) della [[3ª Brigata missili "Aquileia"]], un'unità dell'[[esercito italiano]] a capacità nucleare. Fino al 1983 i fanti della 4ª compagnia fucilieri furono la forza di guardia dell'intero deposito.
L'esterno del sito era quotidianamente perlustrato dai carabinieri, i quali avevano una sede logisticamente completamente indipendente anche all'interno del corpo di guardia principale.
Il corpo di guardia della polveriera era composto da circa cento fucilieri suddivisi in squadre armate di F.A.L e M.G., pronti a posizionarsi anche in postazioni mimetizzate sottoterra situate tra la recinzione esterna e i depositi di armamento nuclerare americano e quello italiano contenente le ogive per gli obici stivate in piani multipli. Le postazioni fisse interrate per i fucili mitragliori in dotazione MG erano posizionate per dare completa e continua copertura di fuoco in tutto il perimetro del sito.
Il comando del sito era affidato ad un ufficale di complemento proveniente dalla scuola di Fanteria di Roma,fino all'estate del 1981 non erano ancora in funzione le nuove altane di cui una con sotto gli alloggi per le squadre di guardia, gli ufficiali di complemento facevano turni di guardia settimanali,(anche due turni di polveriera settimanale per mese) montavano il venerdi mattina e ricevevano il cambio la settimana successiva sempre di venerdi, i fanti facevano turni di quindici giorni un giorno di guardia e un giorno al corpo principale a disposizione anche per l'addestramento sulle tecniche di difesa del sito a secondo dei tipi di attacco previsti, e su come le varie squadre dovevano comportarsi nelle fasi di scorta degli automezzi autorizzati all'uscita dal sito.
Spesso d'inverno le temperature arrivavano sotto i venti gradi e i fanti per potere meglio rispondere ad eventuali attacchi spezzavano i loro turni di guardia in cicli di mezzora, poi si dava un nuovo cambio.