Pandolfo Testadiferro: differenze tra le versioni

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Nel [[974]], a [[Salerno]], il principe [[Gisulfo I di Salerno|Gisulfo I]], ultimo dei Dauferidi, venne spodestato da un'insurrezione religiosa guidata dal fratello Landolfo. Il principe Testadiferro restaurò Gisulfo come suo vassallo e ne ereditò il trono alla morte, avvenuta senza eredi tra la fine del [[977]] e l'inizio del [[978]]. Pandolfo diventò quindi anche [[Principato di Salerno|principe di Salerno]], unificando di fatto tutti i territori della ''Langobardia Minor'' che erano stati divisi dal capitolare dell'[[851]] siglato da [[Siconolfo di Salerno]] e [[Radelchi I di Benevento]] con l'assenso di [[Ludovico II il Germanico|Ludovico II]].
 
Pandolfo Testadiferro sposò morì nel [[marzo]] del [[981]]. I suoi possedimenti furono divisi fra i suoi figli, che combatterono lungamente per contendersi la grande eredità paterna. Secondo le disposizioni, [[Landolfo IV di Benevento|Landolfo]] ricevette [[Capua]] e [[Benevento]], mentre [[Pandolfo II di Salerno|Pandolfo II]] fu principe di Salerno. Il dominio di [[Spoleto]] fu invece perduto: nel 981 l'imperatore Ottone II giunse a [[Roma]] e assegnò il ducato spoletino a [[Trasimondo IV di Spoleto|Trasimondo IV]], duca di [[Camerino]]. Successivamente, quel principato di Benevento e Capua dichiarato solennemente indivisibile fu ripartito in due principati: [[Pandolfo II di Benevento|Pandolfo]], nipote di Testadiferro, ottenne Benevento, mentre suo padre Landolfo IV tenne per sé Capua. Nel giro di pochi mesi dalla morte di Testadiferro, il duca [[Mansone I di Amalfi]] rovesciò Pandolfo II dal trono di Salerno e solo dopo un fallito tentativo di assedio della città, fu proclamato principe di Salerno dall'imperatore.
 
===Bibliografia===