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Indubbiamente lo Stretto di Messina, trovandosi lungo una delle principali direttrici migratorie del Mar Mediterraneo, è un punto fondamentale di transito per la migrazione di numerose specie. Certamente le più conosciute e rilevanti, da un punto di vista economico ed ambientale, sono i grandi pelagici, cioè [[tonno]] (''Thunnus thynnus''), [[alalunga]] (''Thunnus alalunga''), [[palamita]] (''Sarda sarda''), [[aguglia]] imperiale (''Tetrapturus belone'') ed il [[pescespada]] (''Xiphias gladius'').
Le caratteristiche idrodinamiche e la “ricchezza” dello Stretto determinano il transito in acque superficiali di questi pesci che possono essere catturati con le particolari barche chiamate ''feluche'' o ''passerelle'', attive solo in questa parte del Mediterraneo. Inoltre, solo nello Stretto, pur se con attrezzi diversi, è possibile catturare il tonno in tutto l’arco dell’anno e di tutte le classi d’età (dalle forme giovanili agli organismi adulti) perché sarebbe presente una popolazione stanziale che periodicamente si muove tra i due mari limitrofi: il Tirreno e lo Ionio.
[[Image:Messina Straits Hexanchus griseus.jpg|left|thumb|Hexancus griseus]].
Da considerare ancora che lo Stretto è un punto di passaggio obbligato per le migrazioni dei cetacei, probabilmente il più importante nel Mediterraneo in termini di diversità di specie. Degni di segnalazione, oltre a tutte le specie di delfini presenti in Mediterraneo, sono le balenottere e particolarmente i capodogli che attraversano lo Stretto per andare nell’area delle Isole Eolie probabilmente a fini riproduttivi.
Infine, è da evidenziare la presenza di alcuni importanti selacei che migrano attraverso lo Stretto di Messina, quali ''[[Carcharodon carcharias]]'' (squalo bianco) ed ''Hexanchus griseus'')[[Image:Messina Straits Hexanchus griseus.jpg|left|thumb|]].
 
===Organismi batiali===