CLN Belluno: differenze tra le versioni

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Sistema errori comuni, refusi, spaziature o entità, replaced: → (8), , → , (3), typos fixed: ( → (, Il '''Comitato di Liberazione Nazionale using AWB
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Tra i primi organizzatori sono segnalati:
* Decimo Granzotto ''Rudy'', successivamente fu [[commissario politico]] del Comando Militare Zona Piave e [[sindaco]] di [[Belluno]] dopo la Liberazione.
* don Giacomo Viezzer, (Peron di [[Sedico]] ([[Belluno]]) 27 ottobre 1908 - Belluno 16 aprile 1997), [[parroco]] di Cadola da 1941 al 1978, frazione comune di [[Ponte nelle Alpi]],
* Giuseppe Deon, nel 1921 era sindaco socialista di [[Longarone]].
 
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L'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre 1943]] il Comitato d'Azione si presentò formalmente al [[prefetto]] di Belluno, dott. Galatà, e al [[Questore (ordinamento italiano)|questore]] Zavagno.
I rappresentanti dei partiti furono:
* per la [[Democrazia Cristiana|DC]], monsignor Emilio Palatini, fu parroco dal 1919 al 1957 della parrocchia di santa Maria Assunta della [[Cattedrale]] di [[Belluno]] ([[San Vito di Cadore]] il 2 settembre 1886 &nbsp;– Belluno 3 novembre 1957)<ref>[http://www.diocesi.it/bellunofeltre/duomoloreto/bollettino/bollettino_sett_nov_2007.pdf ''Bollettino della Parrocchia Duomo Belluno – settembre 2007''] link del 28 dicembre 2008</ref>
* per il [[Partito Socialista Italiano (1892-1994)|PSI]] il ragioniere Giovanni Serragiotto
* per il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] Francesco Giorgio Bettiol, successivamente deputato del PCI nella [[II Legislatura della Repubblica Italiana|II Legislatura]]
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==Il CLN==
Nei giorni successivi il Comitato d’Azione seguirà le indicazioni del CLN nazionale e si costituirà, con l'aggiunta di rappresentanti del PLI, in Comitato di Liberazione Nazionale per la zona di Belluno. Il CLN si era proposto di avere una funzione politica, per gli aspetti logistici militari organizzò un Comitato Esecutivo Militare composto prevalentemente da militari.
Tra i componenti si ricordano:
*[[Angelo Giuseppe Zancanaro]], tenente colonnello degli alpini, medaglia d'oro al VM alla memoria, pluridecotato.
*[[Francesco Pesce]] ''Milo'', (Belluno 1917), capitano, comandò la "Divisione Garibaldi - Nino Nannetti", Medaglia d’argento al VM
*[[Aldo Praloran]] ''Nike'' (Belluno … - 15 luglio 1944) studente di giurisprudenza, fu vicecommissario della "Brigata Tollot" appartenente alla Divisione Nannetti, morì in combattimento il 15 luglio 1944 presso il ponte di San Felice con altri nove partigiani
*[[Aldo Sirena]], partigiano , nel 1949 sposerà la giornalista [[Tina Merlin]] e dalla loro unione nel 1951 nascerà Antonio.
*[[Luigi Dall'Armi]] ''Franco'' ( Longarone 16 febbraio 1921) , ufficiale degli alpini , fu uno dei primi comandanti della Divisione Garibaldi "Belluno"<ref>Luigi Dall'Armi. ''Passato prossimo. La resistenza bellunese...'' - ISBREC - Belluno 2007</ref>
*[[Guido Forcellini]] e [[Egidio Forcellini]]
*[[Gianni Lazzaroni]]
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==Belluno e la Zona operativa Prealpi==
A differenza delle altre province ancora non ''liberate'', che facevano parte della [[repubblica di Salò]], la provincia di [[Belluno]] fu diretamente annessa alla Germania. Fin dal [[10 settembre]] [[1943]], il fuhrer, [[Adolf Hitler]], ordinò l'annessione delle provincie di [[Trento]], [[Bolzano]] e [[Belluno]] al Terzo Reich, andando a costituire la Operationszone Alpenvorland, ovvero la [[Zona d'operazioni delle Prealpi]]. L'area era affidata a [[Franz Hofer (Gauleiter)|Franz Hofer]], in qualità di Commissario supremo, il quale aveva pieni poteri, compreso quello di vita e di morte: rispondeva solo e direttamente a Hitler.<ref>
Il [[6 novembre]] [[1943]], il commissario Hofer istituì il ''"Sondergericht für die Operationszone Alpenvorland"'', ovvero un speciale tribunale, che aveva competenza nel caso in cui il reo o la parte lesa fosse un cittadino appartenente al Reich. Nella [[provincia di Belluno]] l'occupazione, affidata a truppe composte in buona parte da arruolati sudtirolesi (compreso il secondo battaglione del noto [[SS-Polizei-Regiment "Bozen"]]) e pure da trentini del Cst ([[Corpo di sicurezza trentino]]), fu molto feroce anche nei riguardi della popolazione civile, rea di aiutare diffusamente il movimento di liberazione.</ref>