Ercole Miani: differenze tra le versioni
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{{quote|Quis contra nos, sta scritto sul monumento. Pochi anni dopo, alcuni dei legionari fiumani dovevano affrontarsi, anche armi in pugno, da opposte barricate, nello scontro tra fascisti e antifascisti; vent'anni dopo alcuni sarebbero divenuti eroi della Resistenza, come Ercole Miani che i nazisti torturarono senza riuscire a cavargli una parola di bocca e [[Gabriele Foschiatti]], morto in un Lager<ref>da [http://www.comuneronchi.it/amministrazione_comunale/la_lettura.html comune di Ronchi]</ref>}}
Miani, insieme a buona parte degli arditi nel dopoguerra infiammato dal [[Biennio Rosso]], prese parte attivamente a diverse azioni dello [[squadrismo]] contro le sedi del [[Partito Socialista Italiano]]<ref>Annamaria Vinci, Sentinelle della Patria, Editori Laterza, Bari, 2011, pag 46</ref> e aderì al [[Fasci Italiani di Combattimento|Fascio di Combattimento]] di [[Trieste]]<ref>Annamaria Vinci, Sentinelle della Patria, Editori Laterza, Bari, 2011, pag 54</ref> di cui divenne uno dei dirigenti. Fu in seguito rimosso dalla dirigenza dei Fasci dopo l'insediamento di [[Francesco Giunta]]<ref>Annamaria Vinci, Sentinelle della Patria, Editori Laterza, Bari, 2011, pag 111</ref> e contrastò poi l'avvento del [[fascismo]], schierandosi dopo il [[1929]] con [[Gabriele Foschiatti]] in [[Giustizia e Libertà]], ma
Dopo il [[25 luglio]] del [[1943]] è tra gli organizzatori del [[Partito d'Azione]] a [[Trieste]], impedisce che l'antifascismo si coaguli in un gruppo anti-slavo, pur avendo ben chiari i diritti degli italiani, che difende non scendendo a patti per l'annessione di [[Trieste]] alla [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]]. Guida le formazioni di [[Brigate Giustizia e Libertà|Giustizia e Libertà]] durante l'insurrezione.
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