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===Iter progettuale===
Forte della voglia di cambiamento delle due franchigie, Minneapolis, che voleva a tutti i costi essere sede del nuovo stadio, cominciò subito a muoversi in tale direzione, ma non da meno anche Bloomington, St. Paul, l'[[Università del Minnesota]], [[Eagan]], e [[Città_del_Minnesota|Brooklyn Center]] volevano in egual maniera ottenere la medesima investitura<ref name="move5"/>. Minneapolis, per rispondere alle varie esigenze delle due franchigie, avanzò l'idea di uno stadio multi-uso con copertura<ref name="move7"/>:. lL'idea di uno stadio al coperto (''dome'' o ''domed stadium'') non era nuova: già sul finire degli anni '60 un architetto di Minneapolis, Robert Cerny, aveva elaborato l'allora pioneristica teoria di domed stadium che in seguito sarebbe divenuta popolare tra le franchigie di football americano (prima del Metrodome difatti furono edificati il Silverdome, il [[Kingdome]], il [[Louisiana Superdome]], l'[[Astrodome]], e tanti altri ne vennero dopo). Ciononostante la proposta fu bocciata per paura di nuove tassazioni necessarie alla municipalità per il finanziamento dello stadio<ref name="move5"/>.
NonostanteArchiviato questo insuccesso, Minneapolis continuò a lavorare nel corso degli anni successivi Minneapolis continuò comunque a lavorare per la realizzazione del progetto e, in vista della scadenza dell'accordo fissata per il 1975, per l'utilizzazione dell'Old Met, fissata per il 1975 tra Bloomington e le due franchigie<ref name="move5"/>, già dell'ottobre del 1973 la Camera di Commercio di Minneapolis stabilì la formazione di una [[task force]] preposta alla realizzazione del nuovo stadio, ed altrettanto fece St. Paul. Insieme, nel settembre 1974, le due task forces pubblicarono un rapporto congiunto secondo il quale, posta la necessità della costruzione di un nuovo stadio, (a) una struttura di tipo multi-uso era la scelta più idonea ai futuri usi, (b) il finanziamento pubblico era obbligatorio, (c) l'individuazione del sito era una scelta pubblica e pertanto sarebbe stata fatta da funzionari pubblici<ref name="move7"/>. E proprio il nodo del sito era quello più intricato da sciogliere: Bloomington spingeva per un riammodernamento o sostituzione del Metropolitan, Minneapolis sosteneva che il suo centro fosse quello più accessibile per spettatori non muniti di auto, tutti gli altri siti avevano dalla loro dei sostenitori. Data quindi questa situazione di equilibrio, nessun sito venne alla fine scelto<ref name="move7"/>.
[[File:Metropolitan_Stadium_1981.jpg|thumb|230px|left|Gli spalti del Metropolitan Stadium, sostituito nelle sue funzioni dal Dome.]]
Nel 1975 il Governatore del Minnesota [[Wendell Anderson]] affermò che Twins e Vikings avrebbero lasciato il Minnesota qualora la situazione stadio non si fosse sbloccata. E a conferma di ciò arrivarono le dure parole del general manager e vicepresidente dei Vikings, Mike Lynn, sulla paventata possibilità di giocare nello stadio dei Gophers: "L'idea di giocare nello stadio di un college è persino più ripugnante che continuare a giocare al Metropolitan Stadium"<ref name="move5"/>.
Nel 1977 vienefu approvato il disegno di legge del repubblicano Al Patton, che prevedeprevedeva la designazione di una commissione di 7 cittadini, nominati dal nuovo Governatore del Minnesota Rudy Perpich, il cui compito èera quello di decidere circa sito e design del futuro stadio. Tale commissione aveva comunque alcuni paletti da rispettare: (a) tetto massimo di spesa fissato a 37,5 milioni di dollari qualora si fosse scelto di costruire un nuovo stadio da football a Bloomington e riammodernare il Metropolitan per il baseball, (b) tetto massimo di spesa fissato a 25 milioni di dollari qualora si fosse scelto di riammodernare il Metropolitan come stadio multiuso, (c) tetto massimo di spesa fissato a 55 milioni di dollari qualora si fosse scelto di costruire un nuovo stadio al coperto in qualsiasi altra città (ciò significava che la città in oggetto avrebbe dovuto di conseguenza ottenere a costo zero il terreno su cui edificare)<ref name="move8"/>.
[[File:SOM_Logo.png|thumb|right|Il logo di SOM, lo studio firmatario del progetto.]]
Definite quindi, perlomeno a caratteri generali, le linee guida, Minneapolis ancora una volta si mossediede fare per arrivare a formulare una diproposta conseguenzavincente: la propria task force (guidata da John Cowles Jr., presidente della Minneapolis Star and Tribune Company<ref>{{en}} [http://www.startribune.com/local/143271576.html?refer=y The life and times of John Cowles Jr.], <small> URL consultato in data 20 marzo 2013</ref>) chiese la creazione della Industry Square Development Corporation (ISDC), che nel 1978 ottenne da compagnie locali i 14,5 milioni di dollari necessari per l'acquisto del terreno in cambio di diritti edificatori esclusivi nella Industry Square area, il sito su cui sarebbe dovuto nascere lo stadio. Con questa mossa, che di fatto consentiva a Minneapolis di ottenere a costo zero il terreno su cui edificare proprio come richiesto dalla commissione statale, la città più grande del Minnesota diveniva di fatto un competitor di primissimo livello nella corsa ad ottenere l'assegnazione<ref name="move8"/>. La commissione ricevette 8 proposte per il nuovo stadio: due da Minneapolis, una da Bloomington, una da St. Paul, un'altra congiunta dalle Twin Cities che interessava un'area comune ad entrambe Minneapolis e St. Paul, una da Brooklyn Center, una da Rapid Coon ed infine un'ultima da Eagan.<ref name="move5"/>. Il 1 dicembre del 1978 assegnò in definitiva l'incarico di ospitare un nuovo stadio a Minneapolis, scegliendo con 4 voti a favore e 3 contro l'Industry Square area<ref name="move7"/>.
Stabilito quindi il sito su cui sarebbe dovuto sorgere lo stadio, ebbero inizio i lavori per la costruzione (20 dicembre 1979)<ref name="move10">{{en}} [http://minnesota.twins.mlb.com/min/ballpark/min_ballpark_history.jsp HISTORY OF THE METRODOME], <small> URL consultato in data 21 marzo 2013</ref>. L'edificio venne dedicato alla memoria di [[Hubert Humphrey|Hubert Horatio Humphrey]], sindaco della città e vicepresidente degli Stati Uniti sotto la presidenza di [[Lyndon Johnson]].
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