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Image:Messina Straits Chauliodus sloani.jpg|Fig. 26: Esemplare di ''Chauliodus sloani'' catturato nello Stretto di Messina
Image:Messina Straits Argyropelecus hemigymnus.jpg|
Image:Messina Straits Myctophum punctatum.jpg|Fig. 28: Esemplare di ''Myctophum punctatum'' catturato nello Stretto di Messina
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Tali organismi batipelagici, che vivono in grandi quantità nelle profondità del Mar Mediterraneo (tra i 300 ed i 1.000 m ed anche oltre), pur non avendo alcun valore commerciale sono una fondamentale risorsa trofica per l’ecosistema marino in genere e per lo Stretto in particolare. Alcune specie non vengono trasportate in superficie dalle correnti in maniera totalmente passiva, ma effettuano ben definiti movimenti verticali, risalendo in superficie soprattutto durante la notte (migrazioni nictimerali).
[[Image:Messina Straits Maurolicus con fotofori.JPG|center|500px|thumb|Fig. 29: Esemplare di ''Maurolicus muelleri'' con fotofori "attivati"]]
La gran parte di questi pesci dall’aspetto mostruoso, in maggioranza dotata di particolari organi luminosi chiamati fotofori (Fig. 29),
La loro abbondante presenza, segnalata in ambito scientifico dall’ittiologo messinese Anastasio Cocco, richiamò in questa città tra la seconda metà del 1800 e l’inizio del 1900 Scienziati provenienti da tutta Europa che potevano trovare, in modo relativamente semplice, il materiale più vario ed abbondante per i loro studi. Krohn, per primo definì lo Stretto di Messina “Paradiso degli zoologi”. Per ricordare i più importanti tra questi Studiosi, furono presenti a Messina per svolgere ricerche di zoologia, anatomia ed embriologia il già ricordato Krohn, Ruppel, Muller, Claus, Kolliker, Gegenbaur, Keferstein, Metschnikoff, Hertwig, Foll, ed Anton Dohrn, che in quegli anni fondò la Stazione Zoologica di Napoli, ancora oggi prestigioso centro di ricerca di livello internazionale.
===Beach Rock===
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