Discussione:Roberto Farinacci: differenze tra le versioni
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Pertanto il virgolettato che Salvatore invoca è già chiaramente indicato dalla nota 55 con un'ulteriore rimarcaggio nella nota 56. Ovviamente manca la storiella del lupo e dell'agnello che non si adatta ad una voce enciclopedica. Quindi l'affermazione di Salvatore "''più precisamente, vengono evidenziate le informazioni atte a mettere in buona luce il personaggio e viene tralasciato il resto quando risulta meno lusinghiero''." essendo in realtà già presenti in voce i passaggi invocati nonostante quanto invece da lui affermato, significa che quanto affermato da Salvatore non corrisponde al vero. Gli faccio comunque atto di buonafede anche se lui questa delicatezza non mi pare l'abbia avuta. Segnalami piuttosto altri pezzi da verificare.--[[Utente:Jose Antonio|Jose Antonio]] ([[Discussioni utente:Jose Antonio|msg]]) 03:58, 21 apr 2013 (CEST)
:Ha ragione Salvatore Talia: nella voce viene invertita la gerarchia logica delle affermazioni di Franzinelli. Franzinelli dice: è vero che le aggressioni fasciste di solito avvenivano in seguito a qualche provocazione, ma la reazione era talmente sproporzionata che in realtà si può dire che le provocazioni fossero prese a pretesto per le aggressioni. In voce invece c'è scritto: le aggressioni erano sempre una reazione a qualche provocazione, tuttavia spesso la reazione era sproporzionata. Franzinelli quindi ''concede'' che le aggressioni avvenissero in seguito a qualche provocazione, ma ''afferma'' che erano talmente sproporzionate da trascendere la contingenza della provocazione. Nella voce invece si ''afferma'' che le aggressioni erano la risposta a qualche provocazione, e poi si ''concede'' che spesso la reazione era sproporzionata.--[[Utente:TBPJMR|TBPJMR]] ([[Discussioni utente:TBPJMR|msg]]) 09:16, 21 apr 2013 (CEST)
La parte del testo di Franzinelli che è omessa sia nel testo sia nelle note, è proprio quella decisiva.<br>
Come osserva giustamente TBPJMR, un conto è quando un'azione violenta è una mera ''risposta'', estemporanea e improvvisa (e sia pure sproporzionata) a una precedente provocazione. Un altro conto è quando la stessa azione violenta, già decisa in anticipo, ''prende a pretesto'' una presunta provocazione avversaria. Se vogliamo, è la differenza che in diritto penale sussiste tra il "dolo d'impeto" e il "dolo di proposito", fra un delitto impulsivo e uno premeditato.<br>
Farinacci, che era avvocato, questa differenza la conosceva bene, e infatti, nel suo brano citato in voce, sostiene la tesi della provocazione e non certo quella della premeditazione. Ma Franzinelli, nella parte del testo che in voce risulta omessa, smentisce direttamente Farinacci, sostenendo appunto l'ipotesi della premeditazione.<br>
Per questo Franzinelli menziona la favola di Fedro: la "storiella del lupo e dell'agnello", che José Antonio chissà perché considera "non enciclopedica", è parte essenziale dell'argomentazione di Franzinelli. Nella favola, infatti, il lupo ha ''fin dall'inizio'' in mente di papparsi l'agnello; le presunte "provocazioni" dell'agnello ai danni del lupo sono solo dei ''pretesti'' che quest'ultimo adduce per giustificarsi.<br>
Fuor di metafora, Farinacci e gli squadristi sostenevano di ''reagire legittimamente'' alle "violenze" dei "bolscevichi"; invece Franzinelli, e con lui si può dire tutta quanta la storiografia moderna, afferma che gli squadristi agirono con il ''deliberato proposito'' sovversivo di distruggere con la violenza le organizzazioni della sinistra, di abbattere le istituzioni liberali e di sostituirvi la propria dittatura. Come poi fecero.
<br>Se José Antonio si è sentito offeso per il mio intervento, me ne dispiace; non è mia intenzione offendere chicchessia e riconosco volentieri la buona fede di chiunque. Tra l'altro non sono neanche andato a vedere chi abbia redatto la versione attuale della voce. Parliamo pure di fraintendimenti in buona fede delle fonti; però, leggendo la voce, si deve per forza rilevare che questi fraintendimenti sembrano un po' a senso unico.<br>
Faccio un altro esempio. In voce si descrivono l'occupazione fascista di Cremona e le violenze squadriste del luglio 1922, e alla fine del paragrafo si dice: ''"Nel giro di una settimana tutti gli amministratori pubblici della provincia di Cremona, sia socialisti, sia popolari decisero di dimettersi"''. Ora come definire questo verbo "decisero", che lascia intendere essersi trattato di una spontanea deliberazione? Un tantino eufemistico, direi. Sul punto, Franzinelli è più preciso: riferendosi ai consiglieri comunali (ma è chiaro che la stessa motivazione vale per gli altri amministratori), scrive che si dimisero in quanto "timorosi per la loro incolumità" (p. 381). Vale a dire che furono ''costretti'' a dimettersi dalle intimidazioni, dalle minacce e dalle violenze degli squadristi di Farinacci. Perché non scriverlo, allora? E perché non si dovrebbe rivedere l'intera voce, che nella sua attuale versione appare tutta costruita in questa chiave eufemistico-giustificatoria? --[[Utente:Salvatore Talia|Salvatore Talia]] ([[Discussioni utente:Salvatore Talia|msg]]) 15:49, 21 apr 2013 (CEST)
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