Invasione di Lae-Salamaua: differenze tra le versioni
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Negli Stati Uniti l'incursione aeronavale in Nuova Guinea ricevette commenti divergenti: c'era chi come l'ammiraglio Nimitz era rimasto deluso dal permanere dei giapponesi sulle coste dell'isola; altri, come il presidente [[Franklin Delano Roosevelt]], erano invece paghi delle perdite inflitte e si rallegrarono.<ref name="pacificwar.org.au"/> In effetti il numero di navi affondate o danneggiate era stato tale che la 4ª Flotta non poté seguire la prevista tabella di marcia e il viceammiraglio Shigeyoshi Inoue che la comandava dovette rimandare di un mese le previste operazioni contro [[Port Moresby]], l'isola di [[Tulagi]] nelle [[isole Salomone]] e le Samoa, sia per attendere rimpiazzi che per integrare una o due [[portaerei]] nelle sue fila.<ref name="pacificwar.org.au"/> L'imprevista reazione statunitense, inoltre, impressionò lo Stato Maggiore della [[marina imperiale giapponese]] come anche l'ammiraglio [[Isoroku Yamamoto]]: queste preoccupazioni contribuirono in buona parte all'elaborazione di un articolato piano per attirare in battaglia la forza mobile della [[United States Navy]] contro l'intera flotta nipponica, che superiore in numero e qualità l'avrebbe schiacciata.<ref name="pacificwar.org.au"/>
Il raid statunitense convinse i comandi giapponesi della 18ª armata, di concerto con quello navale di Inoue, a rafforzare lo schieramento aereo in Nuova Guinea: all'aeroporto di Lae furono destinati il ''Tinian Kokutai'' su caccia [[Mitsubishi A6M]] "Zero", il ''Mihoro Kokutai'' su bombardieri [[Mitsubishi G4M]] "Betty" e il ''Genzan Kokutai'' su bombardieri [[Mitsubishi G3M]] "Nell".<ref name="Pavan 2011-32"/> Le unità cominciarono a giungere nella zona dall'inizio di aprile e dal giorno 11 iniziarono immediatamente i bombardamenti aerei su Port Moresby, prossimo obiettivo del Gran Quartier Generale giapponese; scoppiarono inoltre numerosi duelli tra i caccia che videro quasi sempre la vittoria degli "Zero".<ref name="Millot 1967-173-174">{{Cita|Millot 1967|pp. 173-174}}</ref> Nonostante l'indiscutibile importanza tattico-strategica che Lae rivestiva per il Giappone, la pista aerea di [[Lae]] non subì in pratica alcuna modifica o integrazione delle strutture; la consistenza militare stessa delle forze nipponiche rimase su livelli bassi: 200 membri della marina garantivano la difesa contraerea, meccanici e personale burocratico contavano circa 100 persone e infine vi erano 30 piloti scelti, il fiore all'occhiello dell'[[Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu|aviazione della marina imperiale]].<ref name="Millot 1967-173-174"/> Le quotidiane incursioni aeree giapponesi su Port Moresby e i movimenti navali a Rabaul, segnalati dalla ricognizione australiana, furono interpretati dai vertici militari statunitensi come preludi all'attacco diretto a tagliare le comunicazioni con Australia: l'obiettivo del Giappone e la strategia statunitense, che vedeva il continente australe come base per future controffensive, erano in rotta di collisione e avrebbero provocato la [[battaglia del
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