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== Impatto sull'ecologia dei suoli e sulla biodiversità ==
 
[[File:Set-aside Field, Effingham - geograph.org.uk - 438454.jpg|thumb|300px|Campi destinati a ''set-aside'' a [[Effingham (Surrey)|Effingham]], nel [[Surrey]], nel [[2007]]]]
 
La pratica del ''set-aside'' rientrava tra le politiche comunitarie di intervento sui prezzi e sui mercati agricoli e non aveva, all'origine, alcuna motivazione di natura [[ecologia|ecologica]] o legata a considerazioni sulla [[biodiversità]]<ref name="ROC Publishing, 17"/>. Tuttavia, si sperava che l'adozione di tali accorgimenti colturali, oltre a perseguire le aspettative di intervento sui mercati, avrebbe avuto anche un impatto positivo sulla [[biodiversità]], migliorando, ad esempio, l'[[habitat]] per gli [[uccelli]] delle campagne, aumentando la copertura e l'estensione di [[angiosperme]] sui terreni agricoli, ed estendendo la diffusione, sui campi, della fauna [[artropodi|artropoda]]<ref name="ROC Publishing, 17">Ronald Ernest Hester e Roy M. Harrison (a cura di), ''Biodiversity Under Threat'', ROC Publishing, 2007 (p. 17)</ref>. In realtà, la messa a riposo di terreni agricoli può produrre lo sviluppo di una densa vegetazione non particolarmente ricca di specie artropode, a seconda del tipo di terreno e di situazione su cui si va a intervenire<ref name="ROC Publishing, 17"/>, mentre la semina di prati erbosi su terreni sottratti alle colture può anch'essa produrre una copertura vegetale di modesto valore ecologico<ref name="ROC Publishing, 17"/>. In generale, si è visto che la cessazione dei fattori di disturbo colturali, e l'assenza di [[pressione antropica]], conducono il ''set-aside'' non rotazionale a raggiungere, nell'arco di tempo da uno a tre anni, la fase di una densa cotica [[pianta perenne|perenne]] a [[prato]]/[[prateria]], quale risultato del normale avvicendamento vegetazionale<ref name="ROC Publishing, 18">Ronald Ernest Hester e Roy M. Harrison (a cura di), ''Biodiversity Under Threat'', ROC Publishing, 2007 (p. 18)</ref>.