Defensor pacis: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Giotto - Bonifatius VIII.jpg|250px|right|thumb|Bonifacio VIII di Giotto]]
Viene negata ogni pretesa di ''[[Plenitudo Potestatis]]'' come deleteria e contraddittoria nei confronti dei poteri dello Stato, quella pienezza di potere di cui si fa campione [[papa Bonifacio VIII]], secondo cui la sfera del potere ecclesiastico deve assorbire quello temporale perché la sovranità papale non conosce limiti per la sua origine divina. Con la sua [[Bolla pontificia|Bolla]] ''Clericis laicos'' del [[1296]] proibisce, pena la [[scomunica]], l'imposizione di qualsiasi tassa e contributo a carico di ecclesiastici da parte del potere laico senza il consenso del Papa, ciò mette in gioco l'esistenza stessa degli Stati.
La [[Francia]] di [[Filippo IV di Francia|Filippo il Bello]] risponde con una serie di editti che impediscono non solo l'esportazione di oro e preziosi, ma anche l'ingresso nel suo territorio di stranieri, rendendo, così, di fatto impossibile per il Papa finanziarsi attraverso i suoi legati. Filippo il Bello la spuntò contro il Papa, che dovette subire l'imposizione fiscale francese anche senza il suo consenso. Questo cedimento umiliante costituì un indebolimento politico della posizione del Papa ed un grande rafforzamento di quella del Re di Francia. Si delineano chiaramente le posizioni dei due campi dal cui contrasto la [[Chiesa latina|Chiesa di Roma]] uscirà umiliata mentre il potere statale incomincia ad acquisire, oltre che pienezza di poteri, sovranità in senso moderno.