Arbogaste: differenze tra le versioni

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Valentiniano tentò allora di chiedere aiuto a Teodosio, ma invano. Progettò allora di guidare un esercito in Italia, per difenderla dalla minaccia dei barbari, ma Arbogaste glielo vietò. L'imperatore, allora, decise di deporre il proprio generale, ma Arbogaste stracciò la notifica sostenendo che Valentiniano non poteva togliergli ciò che non gli aveva conferito (riferimento ambiguo, dato che poteva riferirsi sia al lontano Teodosio che al molto vicino esercito). Valentiniano cercò di prendere una spada ad una delle proprie guardie, per gettarsi su Arbogaste, ma gli fu impedito; quando il generale gliene chiese la ragione, Valentiniano affermò che la spada intendeva usarla per sé stesso, dato che era un imperatore senza potere.
 
Il [[15 maggio]] [[392]] il corpo di Valentiniano fu trovato senza vita nel suo palazzo di Vienne: tutto indicava che l'imperatore si era impiccato, ma le fonti sono contraddittorie, ed è possibile che sia stato ucciso, con o senza il consenso di Arbogaste. Quello che è certo, è che Arbogaste inviò da Teodosio un'ambasciata di chierici, per protestare la propria innocenza e chiedere di governare l'Occidente a nome di Teodosio; pare che abbia anche coniato alcune monete a nome di [[Arcadio]], figlio e collega di Teodosio, per mostrare la propria lealtà all'imperatore.
 
=== Elezione di Eugenio ===
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Ma i mesi passarono senza risposta da parte di Teodosio, che anzi aveva continuato a promulgare le sue leggi anti-pagane; durante l'estate furono rimossi il [[Prefetto del pretorio d'Italia]], [[Virio Nicomaco Flaviano]], che era amico di Arbogaste e pagano anche lui, e [[Flavio Eutolmio Taziano|Taziano]] e [[Proculo (praefectus urbi)|Proculo]], padre e figlio, pagani entrambi, [[Prefetto del pretorio d'Oriente]] il primo, ''[[praefectus urbi]]'' di Costantinopoli il secondo.
 
Allora, [[22 agosto]] [[392]] a [[Lione]], Arbogaste proclamò Augusto d'Occidente [[Flavio Eugenio]], il responsabile della cancelleria imperiale. Sebbene Arbogaste tenesse sempre una porta aperta per la riconciliazione con Teodosio (Eugenio coniò monete con le quali riconosceva come colleghi Teodosio e Arcadio), era cosciente che sarebbe potuto giungere allo scontro militare.
 
Sotto la guida di Arbogaste, il cristiano Eugenio favorì la rinascita di una classe dirigente pagana, che vide, ad esempio, il ritorno di Nicomaco Flaviano. Teodosio rispose esacerbando la persecuzione dei pagani, proibendo la celebrazione dei loro culti. Poi, all'inizio del 393, proclamò Augusto il proprio figlio minore, [[Onorio (imperatore)|Onorio]], chiaramente destinandolo al trono d'Occidente.
 
Arbogaste, che in quel periodo era impegnato in una campagna contro i Franchi sul Reno, comprese che la guerra civile era imminente e strinse una pace con i barbari. La guerra scoppiò nella primavera del [[394]], quando Teodosio guidò le proprie truppe verso occidente. Il [[5 settembre]] si giunse ad una [[Battaglia del Frigidus|battaglia campale presso il fiume Frigidus]] (nell'attuale [[Slovenia]]) dove Arbogaste ed i suoi furono sconfitti da Teodosio (più dagli elementi naturali che dai soldati). Arbogaste si uccise, mentre Eugenio fu decapitato.
 
== Bibliografia ==