Controriforma: differenze tra le versioni
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[[File:Iserlohn-Puetter1-Bubo.jpg|250px|thumb|Johann Stephan Putter coniò il termine ''Controriforma'' nel 1776]]
Bisogna prima di tutto delineare la sottile differenza tra Riforma cattolica e Controriforma:
La prima tende a mettere a fuoco gli elementi di trasformazione che la Chiesa accolse in questo periodo, la seconda sottolinea il contrasto netto con il [[protestantesimo]] e il rifiuto radicale di qualsiasi modificazione dei [[dogma|dogmi]], cioè l'aspetto di reazione difensiva e riaffermazione delle dottrine della Chiesa. In realtà il termine "controriforma" non era usato nei secoli XVI e XVII, ma venne coniato
Putter, con questa parola, intendeva indicare la reazione della Chiesa alla riforma luterana attraverso:
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* la [[censura]] dei testi e di qualsiasi opinione non fosse conforme alle idee ecclesiastiche.
L'elemento di reazione più importante fu il [[Concilio di Trento]], in cui la Chiesa fu chiamata a stabilire punti importanti della dottrina cattolica:
* L'imposizione della [[Vulgata]] geronimiana come unica versione valida della [[Bibbia]], e il divieto di uso del [[lingua volgare|volgare]] per le [[Sacre Scritture]] nel culto
* La conferma del ruolo intermediario della Chiesa fra l'uomo e Dio
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== Riforma cattolica e Controriforma ==
I maggiori storiografi tendono oggi a sostenere la coesistenza di due aspetti distinti e paralleli nella realtà del cattolicesimo cinquecentesco: la «Riforma cattolica» e la «Controriforma»
Fu soprattutto lo storico tedesco [[Hubert Jedin]], nell'opera ''Riforma cattolica o Controriforma'' (ed. it. 1957), a identificare e definire i due movimenti come distinti nella storia della Chiesa cattolica.
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In generale, il [[Concilio di Trento]] fu indirizzato a migliorare la disciplina e l'amministrazione della Chiesa. Gli eccessi mondani della chiesa secolare rinascimentale, rappresentata dall'era di [[Alessandro VI]] ([[1492]]–[[1503]]), esplosero sotto [[papa Leone X]] ([[1513]]–[[1522]]), la cui campagna per raccogliere fondi negli stati tedeschi per costruire la [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]] con la vendita delle indulgenze fu la chiave che sollecitò la protesta delle [[95 tesi di Lutero|95 tesi]] di [[Martin Lutero]]. Ma la Chiesa cattolica rispose a questi problemi con una vigorosa campagna di restaurazione e repressione, ispirata ai primi movimenti di "riforma" cattolici che avevano preceduto il [[Concilio di Costanza]] ([[1414]]–[[1418]]): [[umanesimo]], pratica devozionale, tradizione legalista e di osservanza.
Il Concilio, in virtù delle sue azioni, ripudiò il pluralismo della Chiesa secolare rinascimentale: l'organizzazione delle istituzioni religiose fu serrata, la disciplina fu posta tra i requisiti della fede e il ruolo della parrocchia rivisitato. La nomina dei vescovi per ragioni politiche fu tuttavia ancora tollerata. Nel passato, come nel presente, le vaste tenute terriere e la rigidità istituzionale della Chiesa – una rigidità a cui i ranghi eccessivamente ampi del clero contribuirono – costrinsero molti vescovi a studiare [[giurisprudenza]] e non teologia, relegando molti “vescovi assenti” al ruolo di dirigenti di proprietà istruiti all'amministrazione. Così, il Concilio di Trento si propose di combattere l'“assenteismo” che era la pratica dei vescovi che vivevano a [[Roma]] o sui propri appezzamenti di terra anziché nelle loro diocesi. Le pratiche secolari furono contrastate, mentre il Papato chiaramente lasciava la sua posa rinascimentale-medievale di Chiesa universale per essere una delle città-stato italiane. Il Concilio di Trento sottrasse anche ai vescovi il potere di supervisionare gli aspetti della vita religiosa, (come dimostra il caso della discussione sul diritto di residenza dei vescovi, dichiarato di diritto umano e non divino). Un esempio di vescovo della Controriforma fu l'arcivescovo di [[arcidiocesi di Milano|Milano]] [[Carlo Borromeo]] ([[1538]]–[[1584]]), più tardi canonizzato come santo, che si distinse nel visitare le parrocchie remote e nell'inculcare i precetti cattolici. A livello parrocchiale, il clero istruito in [[seminario]], che subentrò nella maggior parte dei luoghi durante il corso del XVII
== Il periodo nero ==
Il regno di [[papa Paolo IV]] ([[1555]]–[[1559]]), al secolo Gian Pietro Carafa, che si ritiene sia il primo dei papi della Controriforma per la sua risoluta determinazione a eliminare il [[Protestantesimo]], segna questi sforzi verso una restaurazione, anche in chiave violenta, cattolica. Due delle sue strategie-chiave furono l'[[Inquisizione]] e la [[Indice dei libri proibiti|censura dei libri proibiti]]. In questo senso, i suoi sforzi aggressivi e autocratici di restaurazione
Mentre si può sostenere che l'approccio aggressivo e autoritario fu dannoso per l'esperienza religiosa personale, una nuova onda di riforme e ordini trasmisero un aspetto fortemente devozionale. La pratica devozionale, e una certa dose di misticismo sovversivo, avrebbe portato ad una forte chiusura negli individui dell'esperienza religiosa, specialmente attraverso la meditazione come la recita del [[Rosario]]. L'aspetto devozionale della Controriforma combinò due strategie della restaurazione cattolica. Prima di tutto l'importanza di Dio come inconoscibile sovrano assoluto–un Dio da temere–coincideva bene con l'assolutismo aggressivo della Chiesa di Paolo IV. Ma costruì anche nuove strade, da un punto di vista fortemente emozionale e psicologico, verso la pietà popolare e l'esperienza religiosa di massa.
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{{Portale|cattolicesimo|storia}}
[[Categoria:Storia moderna
[[Categoria:Storia moderna del Cristianesimo]]
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