Antoni Gaudí: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m + interlink altre lingue |
m separat paragrafi con titoli, piccole corr. |
||
Riga 1:
[[Immagine:Antonigaudí.jpg|thumb|left|200px|Antoni Gaudí]]
'''Antoni Gaudì''' ([[Tarragona]] ([[Spagna]]) [[25 giugno]] [[1852]] - [[Barcellona]] (Spagna) [[12 giugno]] [[1926]]), fu un famoso [[architetto]] [[Catalogna|catalano]], massimo esponente della [[architettura modernista]] catalana, famoso soprattutto per il suo stile d'[[avanguardia]].
Il suo nome completo era ''Antoni Plàcid Guillem Gaudí i Cornet''. Cresciuto in una famiglia di artigiani si diplomò nel [[1878]] alla Scuola Superiore di Architettura di Barcellona, ma già prima di diplomarsi riuscì a lavorare con i migliori architetti del tempo.<br>▼
==Cenni biografici==
▲
Nello stesso anno a [[Parigi]] durante l'Esposizione Universale[[1882]] avvenne l'incontro fondamentale per Gaudì quello con l’industriale Güell y Bacigalupi, il quale gli commissionò alcune delle sue più famose opere. <br>Nel [[1884]] ottiene la direzione dei lavori della chiesa della [[Sagrada Familia]], una costruzione che assorbirà le sue energie fino al giorno della sua morte e che non riuscirà a completare. Trascorse gli ultimi anni della sua vita nel cantiere della Sagrada Familia in una solitudine quasi da eremita.<br>
[[Immagine:Sagradafamilia-overview.jpg|thumb|right|230px|La Sagrada Familia, Barcellona]]
Il 7 giugno del 1926 fu investito da un tram, trasportato all'ospedale sarà riconosciuto soltanto il giorno successivo dal cappellano della Sagrada Familia e morirà qualche giorno dopo.
Nonostante questa fine quasi da sconosciuto al suo funerale, parteciparono migliaia di persone, e gli abitanti di [[Barcellona]] lo definirono dal quel momento ''l'architetto di Dio''. È sepolto nella cripta della Sagrada Familia.
==Le opere==
Quasi tutta l’opera del maestro è legata alla capitale catalana, la sola città spagnola in cui, a cavallo tra XIX e XX secolo, ci sia un principio di sviluppo industriale, padre di quel modernismo di cui Gaudì si rivelerà essere il principale esponente in patria.
La sua carriera di architetto è caratterizzata dall’elaborazione di forme straordinarie e imprevedibili, realizzate utilizzando i più diversi materiali (mattone, pietra, ceramica, vetro, ferro), da cui sa trarre le massime possibilità espressive.
[[Immagine:Casamila.jpg|thumb|right|230px|La Casa Mila, Barcellona]]
Riga 17 ⟶ 19:
* ''[[Sagrada Familia|Sagrada Família]]</i> (1884-1926, Barcellona)
* ''[[Casa Milà]]'' (detta ''La Pedrera'') (1905-1907, Barcellona)
* ''[[
* ''[[Casa Vicens]]'' (1878-1880)
* ''[[
* ''[[
* ''[[Santa Coloma de Cervello|Santa Coloma de Cervelló]]'' (1898-1915)
* ''[[Casa Calvet]]'' (1899-1904, Barcellona)
* ''[[Casa Batlló]]'' (1905-1907, Barcellona)
* ''[[Palazzo vescovile
* ''[[Casa de Botines]]'' (León)
==Il processo di beatificazione==
Di recente ha preso corpo l'iniziativa di proporlo per la [[beatificazione]] e la [[canonizzazione]], promossa da un [[comitato]] di 30 preti, accademici, designer e architetti. Gaudì è candidato al titolo di "Architetto di Dio"
[[Immagine:Parcguell.jpg|thumb|right|230px|Il Parc Guell, Barcellona]]
L'opposizione all'iniziativa viene dalla lunga tradizione di [[anticlericalismo]] degli intellettuali catalani della [[sinistra]]. Accusano la Chiesa di cercare di addomesticare e appropriarsi di una figura rivoluzionaria che dovrebbe essere ricordata per le sue opere e per la sua influenza artistica. Uno dei rappresentanti di questa tendenza è l'architetto Pet Angli, che sostiene che il movimento pro-santità è una reminiscenza della Spagna confessionale del generale [[Francisco Franco]]. Monsignor Lluis Bonet y Armengol, vice-postulante (cioè responsabile della preparazione delle prove per la candidatura alla santità) di Gaudì, ribatte che le prime richieste di santificazione di Gaudì sono state avanzate 70 anni fa, in occasione della sua morte, nel [[1926]], tutte basate sulla sua vita austera e cristianamente coerente.
▲Link esterni:
*[http://www.jemolo.com database online del fotografo Andrea Jemolo]
|