Vetrego: differenze tra le versioni

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|Nome abitanti=vetreghesi
|Patrono=[[san Silvestro]]
|Festivo=[[31 dicembre]]
}}
'''Vetrego''' è una frazione del comune di [[Mirano]] ([[Provincia di Venezia]]), a circa 5 km a sud del capoluogo. L'omonima [[parrocchia]] di [[San Silvestro]] dipende dalla [[Diocesi di Treviso]], Vicariato di [[Mirano]].
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===Dal 1008 al 1612===
 
L'organizzazione cristiana a Vetrego inizierebbe, secondo alcune deduzioni e ritrovamenti, nel [[1008]], con una "[[cappella]]" (ovvero una chiesa priva della fonte battesimale, di norma una succursale di una Chiesa madre dalla quale dipendono i Vicari officianti) localizzata nell'attuale località Ca' Rezzonico, che sarebbe stata costruita dai Monaci di San Benedetto dell'[[Abbazia Sant'Ilario di Venezia]] a [[Malcontenta]]. Una sintetica descrizione del territorio di Vetrego si rintraccia per la prima volta nell'atto di vendita del [[15 giugno]] [[1117]] con cui Ansedisio e Widoto di [[Collalto]], conti della [[Marca trevigiana]] cedevano al monastero di Sant'Ilario diverse proprietà. Successivamente esiste un lascito testamentario del [[1192]] della contessa<ref> Morgante Cristina, Testamento di Speronella 1192, in ''Vetrego, storia e vita'', Mirano 2000 </ref>. [[Speronella Dalesmanni]], prima moglie di Jacopino [[da Carrara]], feudataria del Vescovo di Padova, a favore della cappella di [[San Silvestro]] di Vetrego e di [[San Bartolomeo]] di [[Ballò]]. Nel [[1260]] i frati di Sant'Ilario cedettero l'organizzazione della cappella di Vetrego, assieme con le cappelle di Ballò e [[Scaltenigo]], ai sacerdoti della "[[pieve]]" (ovvero la ''chiesa'' dell'[[Alto Medioevo]] quale chiesa battesimale, matrice di tutte le chiese minori e delle assoggettate cappelle) di Santa Maria di [[Borbiago]], frazione di [[Mira (Italia)]], al Vescovo della [[Diocesi di Treviso]]. Successivamente le cappelle di Ballò e di Vetrego si distaccaro nel [[1305]] dalla pieve di Borbiago creando una nuova parrocchia,quella di Ballò,alle dipendenze del Vescovo di Treviso. Ci sono documenti che segnalano nel [[1388]] Bartolomeo Novello, signore di Padova donò ai signori di [[Peraga]], tra altri beni della zona di [[Mirano]], anche il territorio di Vetrego. Ngli anni successivi Vetrego seguì le vicissitudini dei territori di [[Mirano]] e delle comunità contermini nella sottomissione alla Repubblica di San Marco.
Per quanto riguarda Vetrego è certificata nel [[1520]] la prima visita del vescovo di [[Treviso]] che autorizzò la costituzione della prima [[Confraternita]] del Santissimo Sacramento. A seguito della volontà della piccola comunità nel [[1573]] venne costruita, nel sito dell'attuale chiesa, la prima Canonica di una "curazia" (ovvero per un ''curato stabile''). Nel [[1597]] fu inaugurata la seconda chiesa.
Nel [[1612]] terminò l'escavazione del Taglio Nuovo o ''Canale di Mirano'', iniziati nel [[1604]] con la completa diversione delle acque del fiume [[Musone (Veneto)|Muson]] (attuale [[Muson Vecchio]]).
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L'Impero d'Austria decise di collegare Venezia con la terraferma e così nel [[1842]] venne costruita la ferrovia Padova – Venezia tagliando il territorio vetreghese a nord del centro della borgata. Sempre sotto l'amministrazione austriaca si deve, nel [[1854]], la costruzione della prima strada di collegamento con il centro della frazione Mirano capoluogo, che fino ad allora era solo un viottolo privato di campagna.
Uno dei primi problemi che gli amministratori del Comune di [[Mirano]] affrontarono dopo l'annessione del Veneto ([[1866]]) al [[Regno d'Italia]] fu l'igiene cimiteriale e così nel [[1867]] Vetrego ebbe un primo cimitero provvisorio, nell'attuale sito, lontano dalla seconda chiesa. Per le mura di cinta e la cappella si dovette aspettare il [[1904]]. Dopo due anni di lavoro, nel [[1894]], s'inaugurò un campanile alto 28 metri, proporzionato con la seconda chiesa.
Nel [[1903]] lo Stato italiano istituì la prima e la seconda classe della scuola elementare. Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento la situazione socio-economica cambiò e lo spirito rivendicativo arrivò a far rompere il cerchio di sottomissione e paura dei contadini. Uno dei fatti più significativi, che si inserisce nel contesto nazionale di rivolte contadine, avvenne il [[15 novembre]] [[1907]]: i vetreghesi assaltarono la villa di uno dei grandi proprietari. I tumulti finirono con l'arresto di decine di persone e i processi andarono particolarmente per le lunghe tanto che nel giugno del [[1908]] c'erano ancora otto contadini in carcere e solo l'aiuto (legale ed economico) di Monsignor [[Angelo Brugnoli]] riuscì a farli uscire dalla prigione.
 
===Dall'autonomia ecclesiastica al 1946===
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===Dal 1946 ai giorni nostri===
Nel dopoguerra ci fu l'insediamento nel [[1946]] delle [[Suore Francescane di Cristo Re]].<ref>AA. VV. – Suore Francescane di Cristo Re – 50 anni di apostolato a Vetrego – 23 giugno 1996</ref> Tale presenza rimarrà per 50 anni (fino al [[1996]]) educando intere generazioni. La prima sede dell'Asilo (ora scuola materna) era il riadattamento dell'ex-chiesa, ora oratorio. Nel [[1957]], venne inaugurata la nuova scuola materna parrocchiale (progetto dell'architetto Antonio Venezian) e la creazione dell'attuale piazza.
Il 22 [[dicembre]] dello stesso anno morirono due amministratori comunali e l'autista in un incidente ferroviario ad un passaggio a livello, incidente dovuto alla fitta nebbia.<ref> vedere Delibera CC Mirano n.1-11 febbraio 1958</ref>
Nel ([[1962]]) ci fu il raddoppio (e successivamente la terza corsia nel [[1993]]) dell'[[Autostrada A4 (Italia)|autostrada A4]], opere che coincisero con l'ennesima inondazione della località le Basse.
La riduzione della natalità e la razionalizzazione del sistema scolastico provocano nel [[1997]] la chiusura delle scuole statali. Le scuole più vicine sono, come prima del [[1903]], nelle frazioni di [[Ballò]] e [[Scaltenigo]].
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===Monumento ai caduti===
 
Il monumento è stato inaugurato il [[6 aprile]] [[1922]] per onorare i 17 caduti nella [[Prima guerra mondiale]] e successivamente venne usato per i 10 caduti della [[Seconda guerra mondiale]]. L'opera è dello scultore Giovanni Manfren di Venezia.
 
===Case padronali===