Bombardamento di Dresda: differenze tra le versioni

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La reazione tedesca al bombardamento ebbe diverse fasi. Alcuni leader, in particolare [[Robert Ley]] e [[Joseph Goebbels]], sostennero che l'azione fosse criminale, e cercarono di usarla a pretesto per abbandonare la [[Convenzione di Ginevra]] sul [[Fronte Occidentale (seconda guerra mondiale)|Fronte Occidentale]], ma il tentativo non ebbe successo. La propaganda tedesca comunque fece grande uso di questo episodio, gonfiando il numero di vittime e facendo circolare nei paesi neutrali fotografie di edifici distrutti, persone massacrate e bambini ustionati. Per puro caso, il giorno prima del bombardamento la propaganda tedesca aveva iniziato a denunciare l'inglese Arthur Harris come sostenitore del «bombardamento terroristico».
 
Il 16 febbraio, il ministero di Goebbels fece circolare un comunicato stampa in cui si osservava che Dresda non aveva industrie belliche (cosa non vera), ed era un luogo di cultura e strutture ospedaliere. Il 25 febbraio fu emesso un nuovo documento con fotografie di bambini bruciati e una stima di 200.000 morti.
 
Secondo lo storico Frederick Taylor questa propaganda ebbe un grande successo, sebbene il bombardamento di Dresda fosse per l'opinione pubblica, di per sé, un forte motivo di dubbio circa la presunta «superiorità morale alleata» amplificata dalla propaganda di Goebbels.