Defensor pacis: differenze tra le versioni
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{{P|Voce agiografica, che legge Marsilio da Padova in un'ottica pseudo-modernista e laicista con criteri "attuali", affibbiandogli il ruolo di "precursore" di magnifiche sorti e progressive. Da rivedere|
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{{Libro
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Viene esaminata da Marsilio, anzitutto, la natura del consorzio umano e le regole che lo disciplinano, successivamente illustra la natura della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] nella sua organizzazione e nei suoi fini.
Marsilio conosce [[Aristotele]], ma non ne è condizionato. Da Aristotele deriva il concetto del consorzio civile quale organismo naturale basato sulla [[famiglia]], e dello Stato precisa che fanno parte {{
''pluraritatem civitatum seu provinciarum sub uno regimine contentarum; secundum quam acceptionem non differt regnum a civitate in politiae specie, sed magis secundum quantitatem.''|lingua=La}}
==Sovranità Popolare, Principio Rappresentativo e Maggioritario==
Marsilio afferma che il potere legislativo spetta al popolo considerato come ''Universitas'' e pure ad esso spetta quella che noi chiamiamo sovranità popolare, anche se il concetto di sovranità inteso in senso moderno sarà sviluppato solo più tardi.
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Precisato che il [[potere legislativo]] spetta al [[popolo]], determina le modalità con cui questa volontà popolare si manifesta ed esprime.
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==Politica e Religione, Stato ed Impero==
Dio è estraneo nei princìpi politici di Marsilio, mentre era presente nelle istituzioni medioevali quale causa prima e fine ultimo. Nel ''Defensor Pacis'' Dio è considerato fra i fattori secondari e generali, essendo l'uomo la causa prima del consorzio sociale e la base essenziale e sostanziale dello Stato.
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{{citazione necessaria|È proprio per questi principi così innovatori e moderni, tenuto conto dell'epoca in cui sono stati manifestati, che Marsilio da Padova ha avuto tanta risonanza e tanta influenza ha esercitato sul pensiero contemporaneo.}}
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Per quanto riguarda la forma dello Stato esprime una preferenza per una sorta di monarchia che impropriamente può essere definita costituzionale, dall'origine elettiva e dalla dipendenza dalla legge, ma la novità e l'originalità di Marsilio da Padova stanno nel fatto che la forma politica dello Stato deve essere scelta dal ''Legislator Humanus'', la cui volontà è la volontà del popolo, essendo esso stesso il popolo.
Ecco espresso il principio della sovranità e rappresentatività popolare laddove precisa che il{{
Lo Stato è concepito come prodotto umano, indipendentemente da premesse teologiche quali quelle del peccato o simili. La concezione dello Stato supera gli organismi politici particolaristici del [[Medioevo]] e se non riesce a conoscere la nozione della personalità giuridica dello Stato n'è pone tuttavia le basi.
Dalla ''Comunitas Civium'' nasce la sovranità e la legge che è la funzione principale dello Stato. La legge {{
==Natura e fini del sacerdozio==
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==La Chiesa==
Marsilio esamina il concetto di Chiesa in tutti i suoi attributi e nelle sue funzioni, precisando che {{
Distingue la Chiesa quale ''Universitas Fidelium'', l'insieme dei fedeli, dal [[sacerdozio]] che non è altro che un suo organismo, una sua funzione. Abbatte quei privilegi e prerogative di tipo metriale che il clero ha acquisito e ciò in funzione del carattere puramente spirituale del sacerdozio. Nega qualunque pretesa da parte del clero di potere coattivo o di immunità, sancendo anche l'impossibilità per i chierici di possedere. Definito il concetto di sacerdozio come mera funzione ne nega il carattere sacramentale.
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==Papato e Concilio==
Il processo tendente a rendere monarchica ed assoluta l'autorità papale si è compiuto nell'interno della Chiesa con [[Gregorio VII]] e [[Innocenzo III]]. Le lotte per la supremazia della Chiesa sull'Impero, in cui si vedono chiare pretese di dominio, sono oggetto dell'interesse storico del Trecento.
[[
La definizione ''Papa potest dici Ecclesia'', il Papa è la Chiesa, è nel medesimo tempo il risultato dell'ardua lotta per il primato, compiuta dai grandi papi del Medioevo ed il programma di un futuro non lontano. In questa lotta si leva forte la voce di Marsilio da Padova contro il papato, esaltando la funzione dello Stato e precisando la natura della Chiesa quale organizzazione e istituzione religiosa. Nega ogni potere papale ed ogni pretesa di dominio da parte del [[Papa]], sulla Chiesa, potere che spetta invece all'''Universitas Fidelium'' rappresentata dal [[Concilio ecumenico]].
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Marsilio nega il primato sia spirituale che temporale, del vescovo di [[Roma]], il Papa. Primato che è stato costruito a poco a poco, in maniera impercettibile, per sedimentazione consuetudinaria acquistando un'autorità morale prima e politica poi sempre maggiore. Di questo processo il popolo non fu consapevole, tanto che alla fine accettò il primato romano come voluto da Dio. L'autorità che viene negata al Pontefice è invece riconosciuta al [[Concilio ecumenico]].
È la ''Universitas Fidelium'', analoga alla ''Universitas Civium'', l'organo supremo della Chiesa. Siamo di fronte ad un processo di costituzionalizzazione analogo a quello visto per lo Stato. Marsilio nega la necessità di una qualsiasi mediazione ecclesiastica: {{
Toglie ogni forza coattiva all'autorità ecclesiastica e la stessa scomunica, dopo un regolare giudizio, è deferita al Concilio ecumenico. Le usurpazioni del Papa e dell'organizzazione ecclesiastica sul potere civile sono considerate quali vere cause di turbamento della pace, {{
Nega l'istituzione divina dell'organizzazione della Chiesa e la considera come il risultato di usurpazione dei diritti dei fedeli che partecipano della Chiesa allo stesso titolo dei sacerdoti. {{
Diversi sono gli elementi della polemica, ma fra tutti il più importante è quello della superiorità del Concilio ecumenico.
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Marsilio si propone una riforma della Chiesa che si deve basare sulla sua democratizzazione, vuole che il popolo entri a far parte delle istituzioni della Chiesa e che possa influire su di essa. Viene accettato il corpo dei cardinali purché vi sia una più estesa rappresentanza nazionale. Conseguentemente subiranno la stessa riforma tutti gli altri organi canonici minori.
[[
Viene negata ogni pretesa di ''[[Plenitudo Potestatis]]'' come deleteria e contraddittoria nei confronti dei poteri dello Stato, quella pienezza di potere di cui si fa campione [[papa Bonifacio VIII]], secondo cui la sfera del potere ecclesiastico deve assorbire quello temporale perché la sovranità papale non conosce limiti per la sua origine divina. Con la sua [[Bolla pontificia|Bolla]] ''Clericis laicos'' del [[1296]] proibisce, pena la [[scomunica]], l'imposizione di qualsiasi tassa e contributo a carico di ecclesiastici da parte del potere laico senza il consenso del Papa, ciò mette in gioco l'esistenza stessa degli Stati.
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Quasi come fine naturale la ''Plenitudo Potestatis'' ha
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Il Papa è visto quale {{
Mai definizione del Papa è stata tanto dissacrante quanto categorica.
Sostiene in proposito il Battaglia: {{
==La Legge==
Marsilio espone con chiarezza il concetto di legge e, fra le varie definizioni che ne dà, la più incisiva appare la seguente {{
Ecco la modernissima distinzione della legge in quanto oggetto di una disciplina e della legge in quanto norma giuridica con tutti i caratteri della norma giuridica: imperatività e coattività.
Affinché la legge possa dirsi perfetta oltre i caratteri dell'imperatività e coattività deve anche rispettare un ideale di giustizia.
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Il carattere di giustizia, che deve essere proprio della legge, deriva da quella stessa fonte da cui la legge deriva l'imperatività e cioè dal ''Legislator Humanus'', colui che fissa il criterio che la legge deve seguire. Soltanto il ''Civile Consortium'' può indicare ciò che è giusto e ciò che deve essere seguito: {{
Tratta il problema del rapporto tra legge divina e legge umana risolvendolo con genialità, modernità di vedute ed anche con una certa audacia. La prima distinzione tra le due leggi è la sanzione, che nella legge divina è puramente spirituale e ultra terrena.
L'uomo risponde solo a [[Cristo]] e non invece ai sacerdoti a cui viene negato, nella maniera più assoluta, ogni potere coattivo. Lo Stato deriva da sé stesso i propri princìpi e fini, indipendentemente da qualsiasi influenza divina. La teoria marsiliana si distingue dal naturalismo aristotelico in quanto, mentre il secondo guarda più che altro alla natura, Marsilio pone a centro e fondamento della sua opera l'uomo inteso come essere libero e consapevole. Per quanto riguarda il processo di formazione della legge soltanto un certo numero di individui presi dalla ''Universitas Civium'' formulano le leggi, e sarà poi il popolo con la propria approvazione a dare il carattere di giuridicità alle leges precedentemente formulate, è pure al popolo che spetta il diritto di formulare aggiunte o modifiche, cosa che farà {{
Dalla ''Universitas Civium'' vengono esclusi i fanciulli, le donne, gli schiavi ed anche gli stranieri. Come si è detto sopra, spetta agli esperti, ai ''Prudentes'' la formulazione delle proposte di legge: {{
==''Valentior Pars''==
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