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[[File:Ancient_Roman_columns_in_the_Great_Mosque_of_Kairouan.jpg|thumb
Il fenomeno del '''reimpiego''' in [[architettura]] e [[storia dell'arte]] è costituito dal riutilizzo di materiale antico in costruzioni più recenti.
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==Il reimpiego in età romana==
[[File:RomaPorticoOttaviaIngressoFrontoneInterno.JPG|thumb
[[File:Constantine arch datation.svg|thumb
Il riutilizzo di materiali da costruzioni precedenti non fu molto diffuso in epoca tardo-[[Repubblica romana|repubblicana]] e nei primi secoli dell'[[Impero romano|impero]], a causa del carattere propagandistico di molte costruzioni pubbliche, destinate a celebrare i personaggi che le avevano finanziate. Una sempre maggiore disponibilità di pietre provenienti dalle cave, e in particolare di pregiate varietà di [[Storia del marmo nell'età antica|marmo]], provenienti dalle diverse [[Provincia romana|province]] dell'impero, rendeva inutile lo sforzo di riadattare materiali precedenti Fanno eccezione le parti della costruzione non visibili al pubblico, come le [[fondazioni]], o i ''coementa'' del nucleo in [[Opera cementizia|cementizio]] della muratura, dove i blocchi di edifici precedenti eventualmente disponibili sul posto potevano essere fatti a pezzi e riutilizzati nella funzione di materiale edilizio indifferenziato.
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==Il reimpiego in epoca medievale==
[[File:San Giorgio in Velabro - Interno.JPG|thumb
In epoca medievale il materiale sottratto ad venne in alcuni casi riutilizzato programmaticamente, come simbolo di prestigio e di potere e come richiamo e riferimento del presente alla passata grandezza di Roma antica.
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