SPID: differenze tra le versioni
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Lo SPID è stato previsto nella normativa italiana dall'[http://www.normattiva.it/atto/caricaDettaglioAtto?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2013-06-21&atto.codiceRedazionale=13G00116 articolo 17-ter del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69] che ne ha delegato il Governo all'implementazione.
La proposta di un sistema di autenticazione comune, di origine parlamentare, è stata recepita del governo Letta che la ha prevista in sede di conversione del Decreto Fare facendone coordinare l'imlementazione normativa dalla Task Force guidata da Francesco Caio<ref>[http://www.corrierecomunicazioni.it/pa-digitale/25550_cec-pac-la-e-identity-spariglia-i-giochi.htm Cec-Pac, la e-identity spariglia i giochi]</ref>.
La caduta del Governo Letta ne ha rinviato l'entrata in vigore; il Governo Renzi ha successivamente confermato la rilevanza del sistema<ref>[http://www.corrierecomunicazioni.it/pa-digitale/27028_renzi-accelera-sull-agenda-digitale.htm Renzi accelera sull'Agenda digitale]</ref>, facendone uno dei punti prevalenti dell'azione di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.
Con l'istituzione del sistema SPID, le pubbliche amministrazioni devono consentire l'accesso online ai propri servizi solo mediante le carte di autenticazione già previste dalla normativa (es. Carta d'identità elettronica o Carta regionale dei servizi), oppure tramite il sistema SPID.
Il sistema SPID
Le imprese che adottino, per autenticare i propri utenti, il sistema SPID,
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