Maxmagnus: differenze tra le versioni

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Maxmagnus è una gustosa e irriverente parodia al mondo edulcorato e gentile delle fiabe e al contempo una feroce e cinica critica della società contemporanea e al potere.
Infatti, se è pur vero che è ambientato in un'epoca non precisata, in bilico tra il medioevo "reale" e quello fiabesco, fatto di re e cavalieri, di magie e di castelli, qui non abbiamo l'eroe senza macchia e senza paura e né abbiamo la bella e gentile principessa.
Tutto è imbevuto invece di cinismo e di umorismo nero, dove l'innocenza lascia posto agli avidi e ai furbastri (come il re ''Maxmagnus'', e, in misura maggiore, al suo (in)fedele ''Amministratore Fiduciario'') e dove non c'e'è salvezza alcuna (nemmeno tra i poveri, che, saliti al potere, risultano più avidi e stupidi dei loro governanti).
La critica alla società contemporanea del consumismo, della ricchezza ostentata e del divario tra l'occidente e il Terzo Mondo, appare abbastanza evidente, sottolineata anche dal linguaggio, che talvolta raccoglie espressioni gergali tipiche del nord-italia (Max Bunker è nato a Milano, mentre Magnus è nato a Bologna).
Il geniale Magnus dà sfoggio delle sue capacità caricaturali, e della sua tecnica di campitura dei 'neri', rendendo con notevole efficacia i personaggi.
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| Principessa
| Figlia di Maxmagnus e della regina, di brutt'aspetto e poco intelligente, costretta a portare una maschera per coprire il suo viso, viene esiliata assieme al re e alla regina. Nel castello del Gran Sacerdote incontra un mago trasformato in rospo: dopo averlo baciato si trasforma in una bellissima donna.
| n. 1 (aprile 1979)
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