Flexform: differenze tra le versioni

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Agli inizi del Novecento la famiglia Galimberti avviò un laboratorio artigianale per realizzare poltrone e divani. Nel [[1959]] i fratelli Romeo, Pietro e Agostino Galimberti decisero di chiamare l’attività Flexform di Galimberti, commercializzando i prodotti in ambito locale<ref>{{Cita libro|autore = Sergio Campodall'Orto|titolo = Imprese eccellenti. Le aziende milanesi che non temono la crisi.|anno = 2009|editore = FrancoAngeli|città = Milano}}</ref>.
 
Nel [[1967]] che la società diventò S.p.A e si trasformò da laboratorio artigianale a industria. Iniziarono le collaborazioni con architetti e creativi italiani, molti dei quali destinati a diventare protagonisti del design italiano<ref>{{Cita libro|autore = Giampiero Boson​i|titolo = ​Italian Design|anno = 2008|editore = Museum of Modern Art​|città = }}</ref>.
 
Flexform nel [[1969]] affidò lo studio del marchio a [[Pino Tovaglia]], il grafico che disegnò negli stessi anni il marchio Pirelli<ref>{{Cita libro|autore = Massimo Pitis, Cristina Dell'edera|titolo = Pino Tovaglia. La regola che corregge l'emozione|anno = |editore = Edizioni Corriani|città = }}</ref>, mentre il designer Joe Colombo progettò la poltrona [[Tube Chair]], poi esposta nella collezione permanente<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.metmuseum.org/collection/the-collection-online/search/484955|titolo = "Tube" Chair|accesso = |editore = |data = }}</ref> del MOMA di New York.
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== Designer ==
Nel corso degli anni vengono coinvolti nello studio dei nuovi prodotti i designer e architetti Asnago-Vender, Sergio Asti, Cini Boeri, Joe Colombo, Paolo Nava, Rodolfo Bonetto, Carlo Colombo, Gigi Radice, Giulio Manzoni<ref>{{Cita libro|autore = Nally Bellati|titolo = New Italian design|anno = 1990|editore = Rizzoli|città = New York}}</ref>. Negli ultimi 40 anni il coordinamento dell’intera collezione è stato affidato all’architettoall'architetto [[Antonio Citterio]].
 
== Bibliografia ==