Assunta Viscardi: differenze tra le versioni

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Razionalizzazione, completamento e integrazione della parte biografica.
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|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiana
|PostNazionalità =, fondatrice dell'Opera di San Domenico per i Figli della Divina Provvidenza. Il 16 aprile 2011 si è concluso a Bologna, nella [[Basilica di S. Domenico]], il processo diocesano della causa di beatificazione e canonizzazione. Ora il processo proseguirà presso la “Congregazione per le cause dei santi”.
}}
[[File:Piazza San Domenico (Bologna).jpg|thumb|203x203px]]
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Le è stata dedicata una scuola elementare statale a Bologna.
 
== Giovinezza e vita in monastero ==
Nasce l’11 agosto 1890 e riceve il battesimo due giorni dopo. Trascorre l’infanzia insieme con la nonna materna, e lo zio Filippo, frequentando le scuole elementari e poi l’Istituto magistrale Minzolini.
Prima di tre figli, Assunta nasce da una famiglia benestante di commercianti, conduce una infanzia felice e cristiana, interrotta dalla perdita di due figure fondamentali per la sua crescita, la nonna Maria e lo zio Filippo.
 
Fino all'adolescenza Assunta conduce una vita serena, che viene però turbata da una crisi spirituale verso i 17 anni: al termine degli studi magistrali va a insegnare in un Istituto di Suore Domenicane a Chiavari (Genova), abbandonando la pratica religiosa. Dopo tre anni, nel 1910, ritorna alla fede e sorge in lei il desiderio nella vita claustrale. La famiglia però le si oppone. Scoppia intanto la prima guerra mondiale (1914) e Assunta deve rimandare la sua entrata in clausura fino al 1919.<ref>{{Cita libro|autore = Assunta Viscardi|titolo = Gentilezza italica|anno = 1936|editore = |città = }}</ref>
Nel 1909 terminati gli studi magistrali, accetta un posto di maestra in un educandato retto da monache Domenicane che la portò a Chiavari (GE).
 
Assunta entra in clausura nell'ottobre del 1919'''.''' Nel monastero carmelitano di Parma vive momenti molto felice, come si evince dalla sua autobiografia ma a causa della salute malferma, su consiglio del medico, nell'aprile dell'anno successivo lascia suo malgrado la vita del chiostro.<ref>{{Cita libro|autore = Assunta Viscardi|titolo = Cuore che si dona|anno = 1941|editore = |città = }}</ref>
Fece ritorno a Bologna due anni dopo nel 1911 e trasferitasi in una scuola di campagna, matura in lei la vocazione alla vita di clausura. Partita nuovamente per Chiavari al suo ritorno decide di parlare del suo proposito di diventare suora con i suoi genitori e consigliatasi con essi, deciderà di rimandare il suo intento.
== L'Opera di San Domenico ==
Assunta era terziaria domenicana già dal 1914. Dopo l’uscita dalla vita claustrale torna a frequentare il Convento di S. Domenico nella sua città natale, Bologna. Qui si associa all’apostolato tra i bambini che venivano raccolti nel chiostro del Convento: di solito erano bambini con famiglie sbandate, che vivevano praticamente nella strada. Il Padre Enrico Brianza o.p., che aveva dato inizio a questo movimento di terziarie per educare questi bimbi, visto che Assunta era una persona di valore, la nominò segretaria di quest’opera di apostolato che aveva denominato “'''''Opera di S. Domenico per i figli della divina Provvidenza'''''”. Quasi subito, però, il Padre dovette separarsi dall’iniziativa perché nel 1921 fu nominato Priore provinciale. Continuò peraltro a seguirla, soprattutto consigliandola e sostenendola.
 
Assunta non venne meno alle aspettative del Padre Enrico, prendendo sulle sue spalle l’organizzazione e diventando di fatto la fondatrice dell’Opera di S. Domenico. Cominciò a inviare i bambini più disagiati negli Istituti, pagando per essi la retta (a questo programma diede il nome di “'''''Casa Vivente'''''”); nel 1924 iniziò la pubblicazione delle “'''''strenne'''''” natalizie (che ha scritto ogni anno fino alla morte) per raccogliere i soldi per le rette dei bambini ospitati nei collegi; sempre nel 1924 diede vita all'attività della “'''''Porticina'''''” della Divina Provvidenza, una specie di ‘pronto soccorso’ di carità materiale immediata; nel 1926 iniziò la pubblicazione del giornalino bimestrale “'''''Pia Opera di S. Domenico per i Figli della Divina Provvidenza'''''”, che scrisse di suo pugno, fino alla morte, per raccogliere offerte per i suoi bambini e oggetti vari a sostegno dell’attività caritativa della “'''''porticina della Provvidenza'''''”; nel 1928 pubblicò uno Statuto, ancora sommario, dell’Opera di S. Domenico; nel 1937 ottenne il riconoscimento canonico, da parte dell’Arcivescovo di Bologna, dell’Opera di S. Domenico come “'''''Pia associazione di fedeli'''''”; nel 1940 la seconda guerra mondiale portò, come ovunque, distruzioni e deportazioni: Assunta si segnalò per aver salvato parecchie persone ebree dalle conseguenze delle leggi razziali; nel 1944 aprì il “'''''Nido di Farlotti'''''”, un istituto per maschietti ancora in fasce, che a Bologna non esisteva; prima ancora del “'''''Nido'''''”, che si trovava a 6 km da Bologna (a Colunga di S. Lazzaro), Assunta aveva dato vita, con l’aiuto delle Suore Domenicane della Beata Imelda, anche all’Orfanotrofio della Madonna di S. Luca, su sollecitazione dell’Arcivescovo di Bologna, il Card. Giovanni Battista Nasali Rocca, e l’incitamento del P. Enrico Brianza.Queste notizie sono ricavate soprattutto dal resoconto annuale che Assunta ha pubblicato nelle strenne che vanno dal 1924 al 1947.
== Percorso di fede ==
La prima guerra mondiale scombussolò i suoi piani, e solo nel 1919, a guerra finita, Assunta entrò nel monastero dell'Immacolata di Parma. Ma la vita di clausura si rilevò troppa gravosa per la sua delicata salute e dopo esser caduta gravemente malata, fu costretta a rinunciare dopo 8 mesi dal suo ingresso in monastero.
 
Di particolare importanza è la strenna del 1940, dove Assunta traccia la storia dell’Opera di S. Domenico nei primi vent’anni di attività. Invece i libri Alere flammam<ref>{{Cita libro|autore = Assunta Viscardi|titolo = Alere flammam|anno = 1942|editore = |città = }}</ref> e La fiamma divampa<ref>{{Cita libro|autore = Assunta Viscardi|titolo = La fiamma divampa|anno = 1943|editore = |città = }}</ref> raccolgono il suo diario spirituale di questo periodo.
Di questo periodo Assunta ci ha lasciato il suo diario, che ha pubblicato nel libro "Cuore che si dona" stampato nel 1941.
 
A Bologna nel 1920 Assunta Viscardi ricomincia la sua attività di maestra nella scuola di Pontevecchio, dove insegnerà fino alla sua morte (ora la scuola porta il suo nome).
 
In questo stesso periodo Assunta si avvicina alla spiritualità di san Domenico e convinta di doversi dedicare alle anime più bisognose della città, frequenta il convento dei Domenicani, luogo nel quale venivano raccolti, per toglierli dalla strada, molti ragazze e ragazzi e insegnare loro il catechismo.
 
Fu così che Assunta nelle continue visite alle famiglie dei bambini più bisognosi entrò in contatto con le miserie sociali e morali della città, così che a lei, alle altre terziarie e alle signore che condividevano la sua azione, si presentò subito come impellente la necessità di togliere quei ragazzi da una vita miserabile.
 
Ed è così che si delineò, agli occhi di Assunta, il fine dell'Opera di S. Domenico: "...una forma di assistenza ai fanciulli e alle loro famiglie...", fu questo pensiero il punto di partenza che la portò a ideare la Casa Vivente.
 
== La casa vivente ==