Pont'ezzu: differenze tra le versioni

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|nazione = ITA
|città = [[Ozieri]]
|latitudine = 42.399786
|longitudine = 12.860907
|tipologia = Ponte ad arco
|materiale = [[tufo]], [[basalto]], [[trachite]]
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'''Pont’ezzu''' (Ponte Vecchio, in [[sardo logudorese]]) è uno dei tre [[Ponte|ponti]] romani che consentivano l’attraversamento del Rio Mannu di [[Ozieri]].

==Cenni storici==
Il ponte risale presumibilmente al [[I secolo d.C.]], con un importante restauro nell’epoca imperiale, III-[[IV secolo d.C.]], ed infine rimaneggiamenti di [[epoca medievale]]. L’archeologa Paola Basoli ipotizza che il ponte, al pari degli altri dell’area, possa essere stato realizzato dalla armata romana di stanza nel vicino “castro”"[[castro]]" di "Luguido" ([[Oschiri]]).
Ancora fino a pochi decenni fa, questo ponte consentiva anche agli automezzi di attraversare il fiume in prossimità di quello che fu il villaggio nuragico, romano e infine medievale in località Sa Mandra ‘e'e sa Jua (nel quartiere satellite di San Nicola, quartiere posto a circa 1 km dal ponte). Di questo insediamento ci rimane un [[nuraghe]] trilobato, tratti di muratura di abitazioni romane praticamente ad esso sovrapposte, ed una chiesa del XII-[[XIII secolo]] intitolata a S.[[San Nicola]] distante dal nuraghe un centinaio di metri (che l’Amadu ipotizza potesse essere la parrocchiale del villaggio medievale (epoca dell’attestazione) di Pira ‘e'e mestighe, scomparso verso il XIV-[[XV secolo]]).
==Descrizione==
Le dimensioni del ponte sono veramente notevoli: 6 arcate con raggi decrescenti, 87,50 metri di lunghezza, circa 4,30 di larghezza e circa 8 di altezza massima, una struttura in conglomerato cementizio rivestito da conci perfettamente squadrati di pietra locale (struttura “a sacco”) perlopiù [[tufo]] calcareo ma anche [[basalto]] e [[trachite]] (rimaneggiamento basso - medievale).
Le arcate a tutto sesto sono innalzate su robusti piloni che presentano a monte e a valle potenti rostri. Tali manufatti, rostri, muri d'ala e fondamenta in cementicium dei piloni, erano indispensabili a rompere la furia delle acque ed evitare l’usura delle fondazioni.
==Bibliografia==