Felice Ippolito: differenze tra le versioni

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Nel [[1952]] è Segretario generale del Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari, divenuto poi [[Comitato nazionale per l'energia nucleare]] (C.N.E.N.) nel [[1960]].
 
Il Comitato da lui amministrato non aveva personalità giuridica e non era per questo in grado di gestire risorse economiche. Nonostante questo Ippolito fu in grado di attuare diversi progetti di sviluppo del settore nucleare, tra cui le [[Centrale elettrica|centrali]] di [[Latina]], del [[Garigliano]] e di Trino Vercellese. L'[[Italia]] è in quel periodo {{citazione necessaria|il terzo paese al mondo per produzione di energia dal nucleare}} e dispone di competenze e [[know-how]] molto avanzate. {{CN|Ippolito mira a rendere la nazione indipendente dal punto di vista energetico.}}
 
SonoI statesuoi mossecritici tuttavia hanno mosso pesantissimepesanti critiche sulla sua gestione del C.N.E.N., benanche al di là della questione delle irregolarità amministrative: si tratta innanzitutto dellariguardo la sua discutibile ascesa alla direzione del Comitato; dellaquindi riguardo la sua gestione definita personalistica, con l'instaurazione di un apparato burocatico elefantiaco volto alla deresponsabilizzazione; e del suo irrazionale approccio al problema della politica nucleare nazionale, considerato irrazionale. La conseguenza èsarebbe stata - a detta deidi tali critici - la deriva e quindi il naufragio della politica nucleare in Italia, con un costogrosso spaventosocosto per il bilancio nazionale e l'asservimento scientifico e tecnologico agli Stati Uniti e aad altre nazioni europee, considerati più cauti nelle progettazioni e più oculati nell'utilizzo dei fondi statali. <ref>Cfr. Mario SILVESTRI, "Il costo della menzogna. Italia nucleare 1945-1968", Einaudi, Torino 1968</ref>.
 
Nel dicembre [[1955]] contribuisce alla fondazione del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] di [[Leopoldo Piccardi]], [[Mario Pannunzio]], [[Nicolò Carandini]] e altri esponenti della sinistra liberale legati all'ambiente della rivista ''[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]''.
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Nell'agosto del [[1963]] indiscrezioni giornalistiche sollevano dubbi sulla correttezza dell'operato di Ippolito all'amministrazione del comitato. Nei mesi seguenti viene avviata una indagine ministeriale e si occupa della questione [[Giovanni Leone]], che anni dopo diventerà [[Presidente della repubblica]]. Il 3 marzo [[1964]] viene arrestato per presunte irregolarità amministrative del CNEN. In particolare gli vengono contestati l'uso personale di un'auto di servizio e la distribuzione di valigette in finta pelle come gadget in un evento stampa ma anche i reati di falso continuato in atti pubblici, peculato continuato e aggravato, interesse privato in atti d'ufficio, abuso d'ufficio<ref>Cfr. ''l'Unità'', 5 marzo 1964</ref>.
 
Ne segue un processo discusso, molto sentito dall'opinione pubblica e dalla stampa, che culmina con la condanna di Ippolito a 11 anni di carcere.: Èè il famoso '''caso Ippolito'''.
 
L'Italia ed il mondo politico sono molto divisi. I fatti contestati sono dubbi e di modestissimamodesta entità, mentre la condanna è pesantissima, e molti ritengono che la vicenda giudiziaria sia una farsa per togliere di mezzo Ippolito e stroncare la nascente industria nucleare italiana in favore della potente filiera [[petrolio|petrolifera]]. Fatto curioso è che poco prima, nell'ottobre del [[1962]] rimane ucciso in uno strano incidente aereo [[Enrico Mattei]], promotore anch'egli di una dell'indipendenza energetica italiana.
 
Inoltre i primi dubbi sollevati nell'agosto del 1963 dal leader socialdemocratico [[Giuseppe Saragat]] vennerovengono rilanciati dalla stampa di destra legata a gruppi industriali - quali l'[[Edison]] - che avevano perso il monopolio della produzione di energia elettrica a seguito della nazionalizzazione e della creazione dell'[[Enel]] di cui Ippolito era stato un fervente promotore. Si parla anche di un clima intimidatorio verso i testimoni della difesa.
 
==Dopo la Grazia==
Dopo avere trascorso due anni di prigione, riceve la [[Grazia (diritto)|grazia]] dallo stesso Saragat, nel frattempo divenuto Presidente della Repubblica, mentre i programmi nucleari vengono sensibilmente ridimensionati da ENEL, una volta terminata la nazionalizzazione elettrica nel [[1963]]. Dopo questa avventura egli si dedica alla promozione della cultura scientifica e tecnologica {{CN|contro le manipolazioni demagogiche di poteri politici ed economici.}} Nel [[1968]] fonda e dirige la rivista [[Le Scienze]], versione italiana di ''Scientific American''. Con il PCI, diventa membro del [[parlamento europeo]] tra il [[1979]] e il [[1989]]. È stato anche membro della [[Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile]] e del Consiglio Superiore delle Miniere.
 
Ippolito è stato Vice Presidente della Commissione Scientifica Nazionale per l'[[Antartide]], ed a lui è dedicato il [[Museo nazionale dell'Antartide Felice Ippolito]] con sedi a [[Genova]], [[Siena]] e [[Trieste]].