Teatro di Marcello: differenze tra le versioni
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Il primo utilizzo del nuovo edificio per spettacoli risale all'anno [[17 a.C.]], durante i ''ludi saeculares'' ("[[ludi secolari]]"). Nel [[13 a.C.]] il nuovo edificio venne ufficialmente inaugurato con giochi sontuosi e dedicato a [[Marco Claudio Marcello (nipote di Augusto)|Marco Claudio Marcello]]<ref>Cassio Dione. 54,26,1; [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]] (''[[Naturalis Historia]]'', 8.65) attribuisce invece la dedica a Marcello all'[[11 a.C.]]</ref>, il nipote, figlio della sorella [[Ottavia minore|Ottavia]], che Augusto aveva designato come erede, dandogli in moglie la propria figlia [[Giulia maggiore (figlia di Augusto)|Giulia]], ma che era morto prematuramente. Svetonio racconta che, durante la cerimonia di inaugurazione, la [[sedia curule]] di Augusto cedette di schianto ed egli cadde supino.<ref>{{cita|Svetonio|''Augustus'', 43}}.</ref>In questa occasione sulla scena del teatro furono collocate quattro colonne di [[marmo africano]], prese dalla casa di [[Marco Emilio Scauro (pretore 56 a.C.)|Marco Emilio Scauro]] sul [[Palatino (colle)|Palatino]]<ref>[[Quinto Asconio Pediano|Asconio]], ''Pro Aemilio Scauro'' (commento dell'orazione [[Marco Tullio Cicerone|ciceroniana]]), 45.</ref> e una statua di Marcello in [[bronzo]] dorato<ref>Cassio Dione, 53,30,6.</ref>.
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Un primo restauro della scena si ebbe sotto [[Tito Flavio Vespasiano|Vespasiano]]<ref>Svetonio, ''Vesp.'', 19.</ref> e altri restauri si ebbero sotto [[Alessandro Severo]]<ref>''[[Historia Augusta]]'', ''Alex.'', 44,7.</ref>. Nonostante il possibile [[reimpiego (architettura)|reimpiego]] di alcuni blocchi di travertino provenienti dalla facciata nel restauro del [[370]] del [[ponte Cestio]], il teatro sembra fosse ancora utilizzato e nel [[421]] si ebbe un restauro delle statue collocate nell'edificio a cura di [[Petronio Massimo]], ''[[praefectus urbi]]''.
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In epoca [[Medioevo|medioevale]] venne man mano occupato da piccole costruzioni e si trasformò in un castello fortificato, inizialmente di proprietà dei [[Faffo]] o Fabi detti di ''Pescheria'' (sec. XII) e poi passato ai [[Pierleoni]] (sec.XIV) e quindi dalla seconda metà del [[XIV secolo]] ai [[Savelli (famiglia)|Savelli]]<ref>Il passaggio a questa famiglia potrebbe essere anticipato al secolo precedente secondo un testamento del cardinale Giacomo Savelli prima di divenire papa Onorio IV che oltre i beni all'Aventino citerebbe il Monte ''Faffo'' tra i possedimenti della sua famiglia. R. Krautheimer, ''Roma - Profilo di una città''. 312-1308. 1980</ref>, che fecero ristrutturare da [[Baldassarre Peruzzi]] il palazzo tuttora esistente sopra le arcate della facciata. Nel [[XVIII secolo]] ne divennero proprietari gli [[Orsini]] duchi di [[Gravina di Puglia|Gravina]], fino agli espropri degli [[anni 1930|anni trenta]] e ai successivi lavori di liberazione ([[1926]]-[[1932]]), con i quali furono eliminate le numerose botteghe e abitazioni che occupavano le arcate e lo spazio circostante; contemporaneamente i fornici, allora interrati per circa 4 m di altezza, vennero sterrati. I restauri comportarono il consolidamento di una parte delle arcate interne, con speroni in mattoni, e il rifacimento di parte della facciata, con ripresa dello schema architettonico delle arcate in [[pietra sperone]].
==Descrizione==
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===Struttura===
Il teatro di Marcello costituisce uno dei più antichi edifici per spettacolo romani giunti fino a noi, nel quale l'articolazione del [[Teatro (edificio)|teatro]] romano appare già del tutto delineata, con la "[[cavea]]" a pianta semicircolare sorretta da articolate [[sostruzioni]]. Muri a raggiera, collegati da [[Volta a botte|volte a botte]] inclinate sotto i gradini della cavea, vengono interrotti da due ambulacri concentrici, uno esterno, che si apre con arcate e uno più interno ("Ambulacro dei Cavalieri").
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===La facciata===
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La [[facciata]] in [[travertino]] presenta tre ordini, i due inferiori con le arcate inquadrate da un ordine di semicolonne [[Ordine dorico|doriche]] (con capitelli tuscanici e prive di base) al piano terreno e [[Ordine ionico|ioniche]] superiormente. Originariamente le arcate erano 41 e le semicolonne 42. I due ordini sono separati da una fascia con risalti in corrispondenza delle semicolonne, che funge da [[marcapiano]]. L'[[attico (architettura)|attico]] al terzo piano, del quale restano poche tracce, si presentava invece a parete continua ed era decorato con [[paraste]] [[Ordine corinzio|corinzie]]. Le chiavi d'arco erano decorate da grandi mascheroni teatrali in marmo bianco, alcuni dei quali furono recuperati durante gli scavi. L'altezza originaria doveva così raggiungere i 32,60 metri circa (oggi la parte superstite ne misura circa 20). L'uso dei vari ordini architettonici in un medesimo edificio prendeva ispirazione dall'architettura di epoca [[silla]]na (ad esempio dal ''[[Tabularium]]'')
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{{Regio IX Circus Flaminius}}
{{Portale|Antica Roma|
[[Categoria:Teatri antichi di Roma|Marcello]]
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