Durante la campagna contro i [[Britanni]] dell'inizio [[III secolo]], la propaganda imperiale pubblicizzava una famiglia felice che divideva le responsabilità del potere. Caracalla fu vicecomandante dell'[[esercito romano|esercito]], Giulia Domna il consigliere di fiducia e Geta aveva compiti [[amministrazione|amministrativi]] e [[burocrazia|burocratici]]. Ma l'antipatia e la rivalità tra i due fratelli era ben lontana dall'essere risolta.
Quando Settimio Severo morì il 4 febbraio [[211]] a [[York]], Caracalla e Geta furono proclamati insieme imperatori e ritornarono a [[Roma antica|Roma]],. maIl l’annoloro seguentegoverno congiunto si rivelò un fallimento. Fonti successive ipotizzano che i fratelli volevano dividere l'impero in due metà. Verso la fine del 211 la situazione era divenuta insostenibile. Nel dicembre dello stesso anno ([[211]]), Geta venne fatto uccidere tramite un gruppo di centurioni da suo fratello Caracalla tra le braccia della madre Giulia Domna.<ref>{{cita|Cassio Dione|LXXVII, 2}}; {{cita|Historia Augusta|''Vita di Antonino Caracalla'', II, 4}}.</ref>. Fu sepolto in una tomba creata per lui sul [[Settizonio]] costruito dal padre; in seguito la zia [[Giulia Mesa]], sorella di [[Giulia Domna]], lo fece inumare nel [[Mausoleo di Adriano]],<ref>Eric R. Varner, ''Mutilation and Transformation: Damnatio Memoriae and Roman Imperial Portraiture'', BRILL, 2004, ISBN 90-04-13577-4, p. p. 168.</ref> anche se un edificio sulla [[via Appia]], detto appunto [[Tomba di Geta]], viene identificato col suo mausoleo.